“Houston abbiamo un problema” è la tipica frase che molti utilizzano quando si trovano di fronte ad una situazione imprevista. L’enorme popolarità di questa citazione è dovuta soprattuto al film Apollo 13 diretto da Ron Howard nel 1995, ma pochi sanno che si tratta di una citazione sbagliata. La frase precisa che fu pronunciata dall’astronauta Jack Swigert è “Ok Houston, abbiamo avuto un problema qui”. Dopo alcuni interminabili secondi la base rispose “Qui Houston, ripetere prego” e il comandante Jim Lovell ripeté “Houston, abbiamo avuto un problema”.
Era il 13 aprile del 1970 e l’equipaggio dell’Apollo 13 che aveva viaggiato per 55 ore in direzione della luna si trovava a 320.000 chilometri dalla terra quando una scintilla causò un incendio che provocò un’importante perdita di ossigeno. A causa della rottura di un termostato la temperatura all’interno del serbatoio rimase alta per troppo tempo provocando la fusione del rivestimento in Teflon delle linee di alimentazione di un ventilatore e la conseguente esposizione dei cavi elettrici. Quando Swigert iniziò la fase di rimescolamento la corrente che passò attraverso i cavi danneggiati produsse un corto circuito che incendiò il rivestimento in Teflon.
“Stavamo scaricando qualcosa nello spazio. Guardai dal finestrino di sinistra e capii che si trattava di ossigeno.”
Jim Lovell
A causa di questo problema tecnico Houston decise di interrompere la missione il cui scopo principale divenne quello di riportare a casa i membri dell’equipaggio. A causa del danneggiamento del modulo di servizio gli astronauti furono fatti migrare nel modulo lunare per tentare un rientro sulla Terra anticipato. Non avendo abbastanza energia per rientrare i tecnici decisero di sfruttare l’effetto di fionda gravitazionale della Luna. In poche parole la navicella arrivò quasi a lambire il satellite per sfruttare la sua massa e la sua gravità come spinta per tornare a terra con una traiettoria libera verso la Terra.
Tuttavia il Lunar Excursion Module era progettato per poter ospitare due persone per due giorni e non tre persone per quattro giorni, per questo motivo l’acqua potabile a bordo non era sufficiente a mantenere ben idratati tutti gli astronauti che dovettero, tra le altre cose, provvedere a costruire un filtro per l’anidride carbonica. Poco prima di arrivare sulla terra gli astronauti furono costretti a rientrare nella capsula dell’Apollo poiché era l’unica zona della navicella dotata dello scudo termico necessario per far fronte alle alte temperature dovute al rientro in atmosfera. Il 17 aprile 1970 alle 13.07 l’Apollo 13 ammarò nell’Oceano Pacifico e gli astronauti furono tratti in salvo da una portaerei.
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