La musica cala e una donna, vestita con una gonna e collant fucsia, entra in scena: è giovane; il passo e le sue poche azioni, accompagnate da un sorriso adolescente, delineano quella che sarà una personalità tormentata. Poi entra una seconda donna, vestita con abiti da casa e trasandata. Inizia una conversazione, un lungo, unico atto dialogato tra le due protagoniste, all’interno della stanza di casa nel corso di una serata. Il Pacta Salone Milano, in via Ulisse Dini, porta in scena “Le Madri“ una produzione di “Teatro dei Topi”, parte del progetto “DonneTeatroDiritti”: un dialogo tutto al femminile, una riflessione sul passato e sulla riscoperta del ruolo dell’amicizia autentica.
In scena ci sono due amiche che, dopo anni, si incontrano per un’innocua chiacchierata, ritrovandosi a confessare le peggiori paure e i più intimi segreti. Le due donne sono collocate temporalmente in un preciso momento della loro vita: sono da una parte bambine, ancora infantili e irresponsabili, dall’altra donne mature, madri. In equilibrio tra il passato e il presente, sono travolte dai dubbi ed emozioni tipiche del passaggio dall’essere soltanto figlie all’essere contemporaneamente figlie e madri.
Una buona parte dello spettacolo si concentra, infatti, sulla vita intima, familiare delle due donne, mentre più volte vengono chiamati in causa i rapporti difficili con le rispettive madri. A questo proposito, la conversazione diventa una riscoperta d’amore familiare, una responsabilizzazione di una realtà sempre aggirata. Dalle indicazioni di regia:
Realizziamo di trovarci in equilibrio su un filo sottile che divide in due la nostra vita: da un lato l’essere figlia e avere una madre, dall’altro l’avere un figlio ed essere madre (pur rimanendo sempre anche figlia).
Una continua analisi sulla conciliazione tra l’essere donna e madre perpetua durante lo spettacolo. La commedia è piacevole, semplice e lineare, la carica energetica delle attrici mantiene lo spettatore attento e allegro. “Le Madri” potrebbe essere definito come uno spettacolo leggero, anche se non banale: un tema non eroico è trattato ironicamente, sdrammatizzando la condizione esistenziale comune al mondo femminile. Lo spettacolo non consente una completa immedesimazione nei personaggi, che rimangono una sorta di proiezione, anche abbastanza lontana: nonostante ci siano momenti di tensione, questi non riescono ad essere trasferiti totalmente allo spettatore, ma rimangono in possesso solo del personaggio. Detto ciò, la commedia porta spunti di riflessione non indifferenti poiché ad essere messo in discussione è un comune scenario familiare, alleggerito dallo sguardo ironico del teatro.