Giovani che si uniscono all’ISIS “Io ti salverò”

I genitori generalmente rimangono sconcertati dalla crescita di un figlio. D’improvviso si trovano al posto di un bambino un adolescente. Il normale sconvolgimento è  shock quando il figlio prende decisioni estreme, come quella di partire per la Siria, per poi raggiungere lo stato islamico. Viaggio il cui scopo è unirsi all’ISIS. Uno shock e una decisione ben raccontati in Io ti salverò di Emilè Frèche.

La Frèche tratta il tema narrando la vicenda di Elea, sedicenne che come altri 15.000 ragazzi francesi, ha deciso di unirsi all’ISIS. L’autrice francese ce lo narra in forma di diario, in primo luogo quello di Laurence, madre di Elea, che ne tiene uno da quando la figlia è partita. Siamo così introdotti nella vicenda dalle sue parole di preoccupazione e angoscia, tra gli incontri al gruppo di sostegno per genitori nella sua situazione e i ricordi su fotografie tolte dalle pareti dalla stessa Elea; quelle di una ragazza sorridente, con le amiche, in costume, una ragazzina come tante amante della libertà. Laurence si domanda come sia possibile che ora quella ragazza abbia ripudiato il nome e le origini, tutto per unirsi a un’organizzazione che aborrela libertà. All’angoscia si unisce la collera verso se stessa per non aver percepito questo cambiamento.

Al diario di Laurence si aggiunge poi quello di Elea, un moleskine verde regalatole l’anno prima da Marin. Le pagine in cui racconta della cotta per lui e della migliore amica lasciano pian piano spazio alla radicalizzazione. Sarà così che la madre verrà a sapere come tutto sia iniziato.

Alla narrazione si unisce poi un terzo diario quello tenuto da Samir, il padre di Elea, un algerino musulmano moderato, tanto da voler denunciare l’uso improprio della religione da parte di estremisti e terroristi. Vorrebbe urlare al mondo la sua protesta.  Grazie anche a un licenziamento improvviso impazzisce e finisce in una clinica psichiatrica.

Sarà quindi Laurence a portare avanti la sua battaglia. Insieme agli altri genitori del centro di sostegno gira per giornali, e tv, fino ad incontrare Hollande. Emblematica è la risposta di un funzionario del presidente: ” non sappiamo cosa possiamo fare“.

Atteggiamento che fa da contraltare a quello di Laurence, la quale decide di darsi da fare per salvare lei stessa la figlia. Se gli stati e i politici brancolano nel buio contro la minaccia terroristica, tocca a noi gente comune non demordere e trovare il modo di essere forti. Questo pare essere il messaggio di un ottimo romanzo, che in maniera realistica e coinvolgente tratta un aspetto del terrorismo troppo spesso dimenticato.


FONTI
Emilè Frèche, “Io ti salverò”, Sperling & Kupfer (2018)

 

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