DIDONE

La tua barca

lascia il mio porto.

Il suo riflesso rimpicciolisce

nei miei grandi occhi umidi.

Un’alba spenta

si rassegna a sorgere.

Il sole si nasconde

e si attarda dietro l’orizzonte.

Non è un’aurora,

ma un crepuscolo

a posarsi su di noi.

Va’ allora, torna in Patria.

Cresci la tua famiglia,

abbandonando la nostra.

Resta fermo nella tua decisione,

fammi a pezzi,

accoltellami pure.

Hai scelto: io sola

la vittima sacrificale

sull’altare della tua vita.

Scegli pure.

Lasciami

sola

regina

del mio niente.

Gli dèi ai quali ti voti

sono falsi e malvagi.

Costruisci Roma

per te

non per loro.

Ma non capisci

E, per questo, resterai

infelice e solo

nella tua vuota terra,

come me,

sciagurata!,

nella mia vuota terra.


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