C’è una regione, nel Mondo, di cui tutti sanno l’esistenza, ma che nessuno conosce davvero. Una regione che ci accompagna dalla nostra infanzia, senza che ce ne si renda conto. E mai ci facciamo domande su questo luogo fantastico, che nella nostra testa ha una connotazione ben precisa e anche una nutrita popolazione – che nulla ha a che fare, in realtà, con quella effettiva. E nonostante questa superficiale conoscenza, probabilmente, non sapremmo nemmeno collocarla geograficamente.
Stiamo parlando della Lapponia, che d’ora in poi chiameremo come Sápmi. È questo, infatti, il nome in lingua originale (la lingua Sami) della terra in cui nell’immaginario collettivo vive Santa Claus, il gigante rosso che rende felici tutti i bambini del mondo. Il termine “Lapponia”, infatti, è considerato adesso dispregiativo, e per una più corretta preservazione dell’identità culturale di questo coloratissimo popolo si è deciso di adottare internazionalmente la dicitura precedentemente segnalata.
Il territorio tradizionalmente occupato dai Sami è quello più a Nord del territorio finnico-scandinavo: attraversa, infatti, Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Sono i Sami a prendere il nome dal luogo: Sami, infatti, vuol dire “popolo di Sàpmi”. Parlano tantissime lingue – di cui alcune a rischio estinzione e con una scarsissima tradizione letteraria -, tutte tendenzialmente del ceppo ugro-finnico. Nonostante non abbiano un loro stato, i Sami hanno una fortissima identità culturale e anche un loro inno, Sámi soga lávlla (La canzone dei Sami). La prima strofa recita così:
“Molto in alto a Nord, vicino l’Orsa Maggiore, si alza dolcemente la terra di Sàpmi. Montagna su montagna, lago su lago. Picchi, creste ed altipiani, salendo su fino al cielo. Fiumi gorgoglianti, foreste sospiranti. Mantelli di ferro che puntano forte verso il mare in tempesta.”
(Per leggere il resto del testo tradotto in inglese, vi consigliamo di visitare il video su YouTube)
Nella tradizione Sami, la musica ha un ruolo cruciale nella spiritualità. Vari stili di canto Sami sono stati associati ad alcuni fenomeni di altre minoranze, come i canti dei Nativi Americani e le invocazioni degli sciamani della Siberia. Hanno i contenuti più disparati e vengono suonati con numerosissimi strumenti: sono così importanti che in alcune aree, addirittura, hanno un legame primevo con tutti i nascituri, ai quali viene affidato un joik (canti spirituali). In queste canzoni viene data importanza alla connessione che c’è tra la persona e un altro elemento (un’altra persona, un paesaggio, un elemento della natura, un animale) che viene celebrata con questo carattericissimo canto che può anche essere improvvisato.
I joik sono stati esportati anche nella musica contemporanea, con delle contaminazioni con generi come il metal e il pop. Famoso è il vincitore della versione svedese del programma televisivo Got Talent, Jon Henrik Fjallgren, che è arrivato ad occupare il gradino più alto del podio della competizione proprio cantando un popolare joik. Questo successo lo ha portato addirittura al Melodifestivalen, la selezione svedese per l’5 Song Contest. In duetto con Aninia ha cantato En värld full av strider (Eatneme gusnie jeenh dåaroeh), e la canzone è arrivata al terzo posto, risultando parecchio apprezzata dalle giurie internazionali.