“L’impero crollerà” tour a Padova: Mannarino tra applausi e fischi

Dopo essere passato da Fermo e Firenze, Alessandro Mannarino porta il suo L’Impero crollerà tour anche a Padova. Si tratta di un tour molto diverso dai precedenti. Con quattro album alle spalle (l’ultimo è Apriti cielo del 2017) e quasi dieci anni di carriera musicale, il cantautore continua a sperimentare nuove modalità musicali. A Padova, però, non va proprio tutto liscio e i suoi intenti vengono fraintesi dai fan. Ciò che è capitato lascia spazio per una più ampia discussione riguardante il rapporto tra l’artista e il suo pubblico.

Vediamo nello specifico il tipo di tour proposto e ciò che è successo. La scelta del palco su cui suonare ricade in tutte le date del tour sui teatri. Siamo abituati a vedere Mannarino in un rapporto alla pari col suo pubblico, con concerti estivi in cui si balla e si canta a squarciagola. L’Impero crollerà è un concerto da seduti: Mannarino dimostra senza dubbio coraggio con questa scelta. In questa sede, come ha detto il cantante, “vige il regime della musica“. Mannarino vuole la massima concentrazione del pubblico sulle canzoni proposte, che hanno di fondo il tema dell’impero. L’impero è costrizione, può essere il carcere come in Scendi giù così come la guerra in Apriti cielo, o lo stesso essere umani in Al monte.

Purtroppo, questo intento del cantautore non è stato compreso fin da subito. Dopo un’apertura del concerto con Roma, su Apriti cielo molti si sono alzati e si sono messi in prima fila a ballare. Il gesto non è stato per niente apprezzato da Mannarino, che ha bruscamente ricacciato indietro i suoi fan e minacciato di interrompere il concerto. La ragione è chiara: Mannarino stavolta non vuole far ballare, vuole far riflettere. E’ probabile che abbia interpretato questo spostamento del pubblico non come un riconoscimento di stima, ma come una mancanza di rispetto. Questo ha creato un clima piuttosto teso finché non sono arrivate le spiegazioni, che hanno peggiorato la situazione.

Dopo qualche canzone, qualcuno urla a Mannarino: “facci ballare come sai fare tu”. Questo porta il cantante a una aperta riflessione sullo spettacolo proposto. Fa notare che il tour estivo che lui di solito propone è fatto per ballare, ma trova irrispettoso pensare che ci si possa emozionare o divertire solo ballando. Fa il paragone con la data di Firenze, afferma che la gente lì ha pianto e riso anche stando seduta. Colpisce molto il suo affermare che non se ne fa niente degli applausi dei fan, non gli interessa piacere loro e proprio per questo il pubblico dovrebbe amarlo. Il concetto è chiaro, ma non si potevano trovare altre parole? Da quel momento, nessuno sapeva più che fare, nemmeno se applaudire alla fine delle canzoni. Ironicamente, alla fine della canzone successiva, Mannarino smorza la tensione dicendo: “ora potete applaudire”.

Il concerto si conclude con applausi e fischi. A fischiare pochi fan, ma che non si rassegnano: di conseguenza si sentono dei litigi all’interno del pubblico. Mannarino riflette sul fatto che ogni tanto è bello anche lo scontro e ricorda di un chitarrista, che gli aveva augurato di arrivare abbastanza lontano da prendersi dei fischi. Con Serenata lacrimosa, Mannarino termina l’esibizione: stavolta è lui a invitare le persone ad alzarsi in piedi e ballare. Quello che si è visto è stata una doppia mancanza di rispetto. I fan non hanno rispettato Mannarino, fischiando dopo uno spettacolo validissimo e particolare; Mannarino non ha rispettato i fan, trattandoli più da sottoposti che da pari. Chi ha ragione? Tutti e nessuno. Chiarire fin da subito gli intenti del tour di certo avrebbe aiutato, ma ora guardiamo avanti e speriamo che si faccia crollare l’Impero tutti insieme, Mannarino e pubblico.

 


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