Cristalli: moda innocua o mercato immorale?

Sono capaci di conferire un je ne sais quoi luccicante a qualsiasi outfit indossato già troppe volte, così come di rendere un triste monolocale giusto un pizzico più esotico all’irrisoria cifra di venti Euro. Ma quarzi ed altre pietre semipreziose non sono così popolari solamente perché bellini da guardare.

Sebbene non siano mai spariti del tutto dal mercato dopo gli anni Ottanta, quando, complice il movimento New Age, un pezzo di quarzo del valore di un dollaro arrivò a farsi pagare dodici, negli ultimi anni i cristalli sono decisamente tornati in auge, e non solo tra bancarelle profumate di patchouli ed incenso.

Numerosi coloro, tra brand importanti e celebrità, che si sono lasciati andare alle vibrazioni positive emesse da questi vetruzzi colorati, aiutandoli a diventare cool ed emergere dallo status di hobby per donne di mezza età non completamente a posto con la testa.

Dalla parte dei compratori, i millennials sono decisamente primi in classifica. (Ma sono tutt’altro che soli).

Ovviamente, non c’è un solo profilo dell’amante di pietre semipreziose: c’è chi li ha comprati alla ricerca di un soprammobile carino e se ne libererà all’avvento di un nuovo trend, fino a chi invece li reputa degni sostituti di antidolorifici e medicina tradizionale.

Da un estremo all’altro, si passa dall’ennesima moda inoffensiva che lascia il tempo che trova fino ad una pratica potenzialmente fatale.

Nel mezzo, ciò che affascina molti è l’idea di poter costruire un percorso spirituale personalizzato, aggrappandosi a concetti lontanamente Orientali e vagamente (ed ironicamente) anti-consumistici, e selezionando i cristalli dalle proprietà ritenute più consone alla propria situazione. Non serve nemmeno essere degli esperti: ci penserà una tra le migliaia di guide online a suggerire il mix perfetto di yoga, meditazione e cristalli da posizionare sui propri chakra.

Ai cristalli viene attribuito un gran numero di poteri: ridurre lo stress, aumentare la creatività, curare malattie ed amplificare la consapevolezza di chi ne fa uso fino a conferirgli il dono della divinazione.

Insomma, una panacea.

Sebbene uno studio condotto dallo psicologo Christopher French abbia dimostrato che i millantati poteri dei cristalli derivino dalla suggestione degli individui e dalla fiducia che ripongono nel cristallo piuttosto che dalle magiche radiazioni che emette, la loro popolarità non accenna a declinare.

Non che servisse una ricerca scientifica per stabilire che dormire con una tormalina sotto il cuscino non disperderà le bad vibes.

Ma i consumatori non sono né folli e idioti, né passivi di fronte alla pubblicità: la maggior parte sa bene che non sta comprando un rimedio a tutti i mali del mondo. Ma l’attrattiva sta proprio nella vaghezza dei termini associati ai cristalli: è scontato che parlare genericamente della riscoperta di un benessere profondo e atavico attirerà una grossa fetta di interessati.

Molti collezionisti di cristalli, come Eve Cunningham, sono consapevoli che le loro capacità  risiedono nella volontà degli individui che funzionino.

“Non penso che possano curare qualsiasi cosa, ma sono convinta che possano supportare le abilità di guarigione del corpo. […] Credo che i cristalli abbiano dei poteri. Ma anche se non ci credi, credo possano essere benefici. Sono talismani: possono aiutare la gente a tenere a mente i propri obiettivi, aiutare nella meditazione o a sentirsi più calmi.”

Finché non gli vengono attribuite proprietà magiche, i cristalli sono innocui come qualsiasi altro amuleto sul mercato, a patto che ci si ricordi sempre che non si sta acquistando niente di più che un effetto placebo particolarmente instagrammabile.

 

 

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