La pratica della traduzione poetica è una delle più affascinanti che esista. Il modo in cui si interiorizza l’esperienza della poesia traducendola è insuperabile. Ogni riga, ogni parola, diventa per noi un nodo da sciogliere ed un enigma da risolvere, che ci porta a domandare perché il poeta abbia scelto proprio quella, a che immagini faccia implicitamente riferimento e a cosa alluda. Tenteremo la sorte traducendo una breve poesia di William Blake, “The sick rose”, due quartine che ruotano intorno a una bellissima immagine di amore e morte.
O Rose, thou art sick!
The invisible worm
that flies in the night
in the howling storm,
has found out thy bed
of crimsom joy:
and his dark secret love
does thy life destroy.
Ora espliciteremo i nostri dubbi durante la traduzione prima di mostrarla ai lettori. La prima quartina scorre abbastanza naturalmente. Sono parole semplici che non portano ambiguità – nel senso di ricchezza – di significato. Anche il dettato è piano e limpido. Un bell’esempio di elegante semplicità. I dubbi che ci hanno colto riguardano il v1 e il v4. Al primo il nostro dubbio è stato se ripetere il pronome “tu”, dopo l’invocazione alla rosa. In inglese la pronominazione è molto pesante, al contrario dell’italiano. Per evitare una ripetizione non necessaria abbiamo deciso di ometterlo. Il secondo dubbio riguarda quel howling. Richiama l’immagine di una tempesta fragorosa, potente e roboante. Ma per salvaguardare l’immaginario animale abbiamo deciso di optare per una traduzione letterale: ululante. Così che il rumore della tempesta sarà quello di un lupo che canta alla luna, e potremo anche rimanere nel solco del verso precedente, che evoca la notte.
La strofa successiva è più elaborata. Il found out è solo apparentemente semplice. Potremmo tradurlo con un neutrale “ha trovato”, un più evocativo “ha scovato”, o addirittura modificarne il significato in funzione dell’azione successiva, quella della distruzione, usando un “ha violato”. Per non togliere il gusto della scoperta abbiamo scelto la seconda opzione. Il v7 è quello più complesso. Dark secret love è un’espressione tanto bella quanto complessa da tradurre. La posizione degli aggettivi rispetto al nome è fondamentale. Per restituire lo scarto lirico di questi ultimi versi rispetto alla naturalezza dei precedenti abbiamo optato per il posizionamento del nome alla fine, innaturale in italiano, ma estremamente potente in poesia. Reso ancora più efficace dalla scoperta del nome stesso, di certo non preavvisato da dark e secret. All’ultimo verso ci siamo concessi una licenza. La durezza dell’italiano “distruggere” ci sembrava eccessiva, e fuori dal tono decadente del componimento. Abbiamo scelto di mitigarlo nei suoni ma valorizzarlo nell’efficacia con “consumare”; inoltre la parola “vita” ci è sembrata a questo punto inadatta, troppo neutra. Abbiamo continuato i riferimenti al mondo naturale sostituendola con “linfa”. Speriamo apprezzerete.
Oh Rosa, sei malata!
Il verme invisibile
che vola nella notte,
nell’ululante tempesta,
ha scovato il tuo letto
di scarlatta gioia:
e il suo oscuro segreto amore
consuma la tua linfa.