Passion, love, sex and money: il paninaro

In un flusso temporale continuo, mutevole e insieme immobile, in cui il presente si configura come prodotto e insieme principio stesso del passato, il ventunesimo secolo sembra evolversi nel costante recupero di tradizioni e modelli trascorsi, attingendo da ogni campo: dall’ambito della politica, come dimostra la virata europea verso l’estrema destra, a quello della moda con il ritorno di accessori o capi di abbigliamenti una volta obsoleti e datati, oggi ricercati e rinomati. A tornare in auge l’inaspettata – o forse nomoda del paninaro.

Il gruppo giovanile: moda, gergo e idee

Nel tentativo di periodizzare lo sviluppo del gergo giovanile in Italia, la sociolinguistica sembra individuare la sua origine nell’ambiente studentesco dei ceti più alti di Milano negli anni che precedono il Sessantotto. Si tratta di un fenomeno urbano e settentrionale che soltanto negli anni Ottanta si estende a tutte le realtà giovanili della penisola. I vari gruppi non si limitano al semplice rimedio di un gergo –  simile, ma diverso in ogni contesto – si impegnano anzi a stabilire caratteristiche semiotiche e interazionali comuni, che comprendono anche un codice nel vestiario. Il fenomeno forse più emblematico e indicativo è quello dei cosiddetti paninari, considerati dall’artista e storico del costume italiano, Matteo Guarnaccia, l’unica manifestazione di subcultura italiana.

Il contesto storico

Il paninaro è una sottocultura giovanile nata nel contesto lombardo degli anni Ottanta e presto diffusasi in tutto il territorio italiano. Milano diventa la città emblema della moda paninara ed è infatti il capoluogo a definire il nome del fenomeno, più precisamente si tratta del bar Al Panino di Piazza Liberty, il principale luogo di incontro delle varie comitive. Come ogni gruppo giovanile si definisce secondo precisi parametri: capi di abbigliamento obbligatoriamente firmati – o meglio dire “griffati” – e uno stile di vita spensierato e fondato sul consumismo sfrenato, accompagnato da un ferreo rifiuto nei confronti politica. Per spiegare tali elementi distintivi è necessario contestualizzare il fenomeno: è il periodo successivo agli anni di piombo, contro l’estremizzazione dialettica della politica e le violenze perpetrate dai vari gruppi terroristici, il paninaro oppone un forte disimpegno politico e sociale in favore di una condotta ispirata al modello statunitense dell’edonismo reaganiano, che identifica il bene morale con il piacere.

Quali sono gli elementi distintivi della moda paninara?

Il Pan Look ha una sola regola: autenticità, non intesa come genuinità, ma nel senso di abiti griffati. Non sono ammesse merci contraffatte. Il rischio? Il disconoscimento sociale e l’appellativo di “gino” o “truzzo”, cioè di miserabile. Assurdo pensare che circa trent’anni dopo la parola di carattere dispregiativo “truzzo” sia diventata identitaria di un ulteriore gruppo giovanile con il proprio rispettivo codice di abbigliamento caratterizzato da falsi. La moda non sembra conoscere reali discriminazioni.

Tra i capi di abbigliamento più gettonati sicuramente il piumino Moncler di colore sgargiante e prima ancora il Bomber Avirex con l’interno in arancio. Immancabili sono i Jeans Stone Island con basilare lunghezza caviglia per consentire la vista delle calze a rombi della Burlington da abbinare necessariamente con una camicia oversize o la iconica felpa della Best Company, venduta a prezzi spropositati e mai proporzionali alla reale fattura del materiale. In inverno il montone Schott è un must per il paninaro d’eccellenza, ma più importante ancora per diventare un vero “gallo di dio” la moto. Alla mise non possono mancare gli accessori: le Timberland mocassini o il modello Chukka di colore arancione, sporcato intenzionalmente con grasso di foca per l’effetto “vissuto”, lo zaino tricolore Invicta e l’americanissima cintura in stile texano El Charro. Mai dimenticare a casa i Ray-Ban anni Cinquanta e l’intramontabile taglio a spazzola. La marca preferita dalle ragazze è probabilmente l’azienda italiana Naj-Oleari, artefice delle usatissime camice a quadri e delle popolari cartelle a fiorellini.

Da Milano all’Europa: la moda paninara valica i confini italiani grazie ai principali canali della comunicazione, cinema e musica. Il paninaro approda al panorama internazionale, come dimostra il duo britannico Pet Shop Boys che, a seguito di una visita a Milano, incide il singolo Paninaro.

Passion and love and sex and money
Violence, religion, injustice and death
Paninaro, paninaro, oh oh oh
Girls, boys, art, pleasure
Girls, boys, art, pleasure
Paninaro, paninaro, oh oh oh
Food, cars, travel
Food, cars, travel
New York, New York, New York
New York, uh-uh
Paninaro, paninaro, oh oh oh
Armani, Armani, A-A-Armani, cinque

 

FONTI:

Gli anni 80

Curiosando negli anni 60 70 80 90

Donna moderna

I gerghi italiani di Carla Marcato

 

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