Impressionismo e Avanguardie: da Philadelphia a Milano

A Palazzo Reale si trasferiscono per 180 giorni i capolavori del museo d’arte moderna di Philadelphia. Impressionismo e Avanguardie rivivono l’incontro di fine secolo tra i capolavori dei loro protagonisti

Dall’8 marzo al 2 settembre 2018, Palazzo Reale ospita la mostra “Impressionismo e Avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art”. 50 opere in esposizione che intrecciano storie di artisti a cavallo tra due secoli. L’impressionismo che chiude l’Ottocento e le Avanguardie che inaugurano il Novecento. In un percorso espositivo dove lo spettatore incontra intimamente l’oggetto artistico, spicca la mediazione dei collezionisti. Sono uomini e donne d’élite che hanno scommesso su artisti ancora impopolari, facendoli conoscere al mondo. Il medium, il museo. La scommessa, vincente.

La prima protagonista della mostra è una donna, Mary Cassatt. Pittrice. Sorella del magnate delle ferrovie e collezionista Alexander Cassatt, Mary convinse il fratello a puntare sugli impressionisti. La collezione Cassat, la prima in esposizione, si focalizza su due grandi tematiche: il paesaggio e il ritratto. Da un lato, la pittura en plein air tinge i filamenti cromatici di una viva luminosità. Gli elementi architettonici valorizzano l’amenità del paesaggio naturale, come traspare dal “Ponte giapponese” (1895) di Monet. Dall’altro il ritratto gioca sull’immediatezza dello sguardo. Renoir dona ai suoi ritratti femminili un’innocente giovinezza, come nel dipinto “La ragazza con la gorgiera rossa” (1896)

L’Ottocento si chiude con l’incontro tra Van Gogh e Gaugin, mentre la collezione di Samuel White abbraccia il nuovo secolo. Il culturista americano, la cui fisicità invidiabile è immortalata da una statua di Rodin, afferra il passaggio di secolo. Dagli esordi del cubismo all’affermazione della Scuola di Parigi. Tra le sue opere, suggestiva è la composizione malinconica di Henri Rosseau “Una sera di carnevale” (1886), dove all’atmosfera fiabesca e onirica fa capolino il nascente Chagall. Nel 1943, vent’anni dopo la sua prima notte di nozze con la moglie Bella , Chagall rivive l’evento nel dipinto “Nella notte”. Sullo sfondo della cittadina bielorussa di Vitebsk, il panorama est europeo rievoca le radici comuni dell’artista con il collezionista Louis Stern. È lui il prossimo protagonista del collezionismo americano.

“La donna seduta in poltrona” (1920) di Matisse e “L’omaggio a Maillol”(1917) di Bonnard incorniciano una preziosa selezione di giochi cromatici. Stern mostra particolare attenzione per l’essenzialità delle figure, immerse nella loro quotidianità. Proprio la semplicità delle forme è il filo conduttore con la collezione dei coniugi Arensberg. Lui poeta, lei pianista, incorniciano la loro vita coniugale tra le opere di Kandinsky, Braque e Picasso. La geometria ipnotica dei “Cerchi in un cerchio”(1917) di Kandinsky intreccia la scomposizione livellata dei ritratti di Picasso. Dopo i viaggi mentali di Dalì e Tanguy attraverso la corrente surrealista, è Picasso a chiudere la mostra. In “Donna e bambine” del 1961, il pittore rievoca un momento di intimità familiare.

In un chiaro e studiato percorso espositivo, la mostra riconduce le opere in mostra tra le pareti del Philadelphia Museum of Art. Là, dove i più importanti collezionisti americani hanno deciso di custodire tesori del panorama artistico. Questi capolavori sono ora racchiusi nel cuore di Milano, in un’occasione imperdibile per ammirare le trasformazioni artistiche del passaggio di secolo.


FONTI

Visita della mostra da parte dell’autrice

Impressionismo e Avanguardie 

CREDITS

Copertina (Foto dell’autrice)

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