Eva Kot’átková al Pirelli HangarBicocca

Dal 15 febbraio al 22 luglio il Pirelli HangarBicocca presenta la personale ”The Dream Machine in Aspleep” dell’artista ceca Eva Kot’átková.

Entrata della mostra

L’HangarBicocca nasce nel 2004 dal riutilizzo dello spazio della storica villa quattrocentesca degli Arcimboldi e dal legame con la zona industriale di Milano che ospitava la società Ernesto Breda. Socio Fondatore è la stessa casa Pirelli che da centoquaranta anni promuove non solo la ricerca di ambito scientifico-tecnologico ma anche umanistico dando a questo spazio d’esibizione (tra i più grandi d’Europa) dinamicità. L’esposizione delle personali di artisti internazionali permette di avvicinare ad un pubblico ampio l’arte contemporanea, con una positiva attenzione ai bambini. Dall’anno della sua apertura l’Hangar ospita l’installazione permanente I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer che mostrano l’interesse personale dell’artista per le religioni e per il dopoguerra del secondo conflitto mondiale e La Sequenza di Fausto Melotti realizzata nel 1981 razionalizzando geometricamente le astratte colonne di un tempio.

Eva Kot’átková è nata nel 1982 a Praga vivendo la grande trasformazione avvenuta in Repubblica Ceca del nostro secolo (come la caduta del muro di Berlino -1989). L’artista si è formata attraverso gli studi affrontati nella sua città natia, all’ISCP di New York e il Q21 MuseumQuartier di Vienna. Eva Kot’átková ha studiato approfonditamente la corrente dadaista che è vicina alla sua visione artistica attraverso l’interesse per il subconscio umano e le tecniche utilizzate (in particolare il fotomontaggio), inoltre Eva si interroga anche sulla dimensione femminile.

Eva Kot’átková crea opere astratte che traggono però ispirazione dalla realtà concreta. Ad esempio, Asylum, per la Biennale di Venezia del 2013 era incentrata sui suoi studi sugli ospedali psichiatrici e sui pazienti della Repubblica Ceca. Come nel 2013, protagonista della personale milanese è il corpo umano: The Dream Machine in Aspleep. Il corpo umano è una macchina che non dorme mai, nemmeno quando dorme. L’opera principale è omonima al titolo della mostra e si configura come un gigantesco letto su due piani. Il letto inferiore è accessibile solo ai bambini, capaci di sognare a differenza degli adulti che possono accedere solo al letto superiore dove attraverso l’ascolto di audio devono sforzarsi, appunto, a sognare.

Se sei interessato a leggere di un’altra artista donna che ha esposto all’Hangar, qui l’articolo su Rosa Barba.



 

 

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