Prima di partire per la fredda e suggestiva Londra ho accolto con fiducia il consiglio di un amico che aveva più volte visitato la capitale inglese: a qualsiasi costo sarei dovuta andare al Lyceum Theatre a vedere il musical The Lyon King. In realtà, l’idea di passare una serata nel famoso “quartiere dei teatri” londinesi già mi era sorta, ma non pensavo proprio a questo spettacolo nello specifico. Mi son lasciata convincere da un solo ed unico pensiero: la Disney è sempre la Disney, non si sbaglia. Mai, tuttavia, mi sarei aspettata di uscire da quel meraviglioso teatro saltellando insieme ai bambini intorno a me ed incapace di trattenere quell’entusiasmo, che non mi ha lasciata per tutto il viaggio di ritorno in hotel. Impossibile descrivere a parole le centinaia di sensazioni che si provano durante queste due ore e mezza di meraviglia, ma il tentativo sarà potersi perlomeno avvicinare. Un consiglio? Se potete, andatelo a vedere con i vostri occhi.
The Lyon King, dopo oltre vent’anni, entusiasma il pubblico registrandosi come il più grande musical di successo del West End. Basato sull’omonimo film d’animazione della Disney ed arricchito dalla musica originale di Hans Zimmer, in origine accompagnata dalla celebre voce di Elton John. Una vera e propria esplosione di colori ed effetti speciali, che tolgono il fiato, rende ancor più sorprendete lo splendido Lyceum Theatre dove, dal 1999, è in programmazione.
Diretto da Julie Taymor, il musical registra il record di incassi della storia (parliamo di ben 4 milioni di sterline). A partire dal cast fino ad arrivare alla musica, il ritmo frenetico tipicamente africano è travolgente ed evidente non appena le tende del palcoscenico si aprono lasciando spazio ad una scenografia a dir poco ambiziosa. Giraffe, antilopi, elefanti e decine di uccelli appaiono da ogni angolo, supportati dagli stessi attori che invadono il palco danzando e cantando, mentre un enorme sole scintillante colora ogni cosa di rosso. D’improvviso si alza, sempre più in alto, una rocca che maestosamente porta in scena i sovrani del Regno: i leoni. La scena estremamente suggestiva lascia l’intero pubblico a bocca aperta, mentre in lontananza si può sentire qualcuno che canta la celebre “Circle of Life”.
A discapito di quello che potremmo credere, gli attori non nascondono i loro volti o la loro “umanità”, bensì oltre a render ben visibili i loro corpi non imitano grossolanamente le movenze animali. Interessante e ben riuscita l’idea di porre sulla testa degli interpreti una maschera del personaggio animale rappresentato rifacendosi, così, alla tradizione africana. Ad essa si ispirano anche costumi estremamente dettagliati ed il make-up sbalorditivo, il tutto intensificato da una scenografia forte e coreografie estremamente coinvolgenti.
Le performance non fanno che aggiungere punti ad un musical che funziona dall’inizio alla fine. La “voce di tuono” di Brown Lindiwe Mkhize dà vita ad un comico e buffo Rafiki che strappa una risata ad ogni sua comparsa. Inevitabile l’efficacia della coppia Timon-Pumba: Richard Frame e Mark Roper rallegrano la sala ad ogni battuta e ci riportano, per un breve istante, alla nostra infanzia esibendosi in “Hakuna Matata”. Ugualmente travolgenti Shaun Escoffery e George Asprey, rispettivamente, nei panni di Mufasa e l’avido fratello Scar. Importante lo spazio riservato alle interpreti femminili che, non solo, presentano energia e tenacia – purtroppo raramente associate ad un personaggio del loro sesso – ma sono protagoniste di una delle scene più sorprendenti del musical. Nel simboleggiare un lungo e doloroso pianto, ecco che gettano, infatti, dai loro occhi lunghissimi nastri bianchi che invadono, in pochi secondi, l’intero palco.
Portato in 24 teatri in ben 8 lingue differenti, applaudito da oltre 90 milioni di persone e vincitore di 6 Tony Awards, 8 Drama Desk Awards e 3 Prix Moliere, The Lyon King riempie il Lyceum Theatre ad ogni rappresentazione senza mai deludere o annoiare. L’ondata di emozioni che travolgono durante la sua esecuzione ed il sorriso entusiasta dei bambini all’uscita del teatro valgono ogni soldo speso.