RUBRICA – IN SERIAL WE TRUST #2: Supernatural, il paradiso celeste come famiglia disfunzionale

“Saving people, hunting things: family business” Questo il motto dei fratelli Winchester, i protagonisti della serie tv Supernatural, che nel corso degli episodi affrontano mostri, divinità pagane, demoni e leggende. Oltre però ai nemici dei singoli episodi, nel corso della serie vi è una linea portante che si rifà alla tradizione religiosa cristiano-giudaica: nella quinta stagione infatti, vediamo scatenarsi niente meno che l’Apocalisse, dopo che Satana in persona è stato liberato dalla sua Gabbia nell’Inferno. Supernatural però ha un modo suo per presentare i fatti narrati dalla Bibbia: originale, inaspettato, impertinente ma più di tutto… sconcertante, nella sua realisticità.

Satana prima di tutto è infatti Lucifero, un angelo. Ma non un angelo qualsiasi: in origine era l’angelo più luminoso, il preferito di Dio. Ma dopo che Dio creò l’uomo, Lucifero notò l’amore di Dio verso di lui, e ne fu invidioso, così tentò Adamo ed Eva, diventando ciò per cui poi venne più ricordato: il Diavolo, che dà vita a una razza nuova e terribile nemica mortale degli angeli e del Paradiso, quella dei demoni.

Ma in Supernatural la sacralità del mito diviene attualizzata, calata nella realtà umana e soprattutto familiare. “Così come accade in cielo, così deve avvenire in terra”, per citare le parole dell’arcangelo Gabriele, incredibilmente il più sbarazzino fra gli angeli, da cui ci viene anche il racconto di come erano davvero i rapporti tra Dio e i suoi figli, gli angeli, e in particolare Michele (il più forte e leale tra gli arcangeli) e Lucifero (il traditore), destinati a scontrarsi durante l’Apocalisse. Infatti oltre che angeli, esseri superiori e potentissimi, essi sono soprattutto una famiglia: “Ciò che voi ragazzi chiamate l’Apocalisse, io la chiamavo il pranzo della domenica! Per questo è impossibile fermarla, perché non si tratta di una guerra: si tratta di due fratelli che si amavano tanto, e che si sono traditi a vicenda.”

La storia celeste viene reinterpretata in senso terreno, in cui ogni particolare ha una corrispondenza nella vita e nei meccanismi che dominano le famiglie umane: un figlio maggiore, leale al padre e che rispetta i suoi ordini (Michele), e un figlio minore, ribelle e più amato dal padre (Lucifero). Storia che si intreccia con quella dei due fratelli Winchester, che pertanto diventano i ricettacoli che Michele e Lucifero dovranno utilizzare per la battaglia finale.

Le stesse motivazioni di Lucifero, vengono messe a nudo dal fratello Gabriele, in un quadro molto diverso dal terribile nemico che si dipinge, ma anche da quello di un eroe che sfidò il cielo: “Ma guardati: «Papà è stato cattivo con me e allora io romperò tutti i suoi giocattoli!». Fai la vittima quanto vuoi, ma tu e io conosciamo la verità: papà voleva più bene a te. Più che a Michele, più che a me. Poi ha portato a casa il nuovo bambino, e tu non lo hai tollerato. Quindi tutto questo è solo un capriccio da bimbo geloso. È ora di crescere.”

Questo “nuovo bambino” siamo noi, l’umanità, e Lucifero vuole sterminarci, definendoci degli scarafaggi, rotti, difettosi, dei veri e propri aborti. Ma Gabriele ha ragione: tutto quello che muove Lucifero è la gelosia, il resto è una scusa. Vuole far sparire l’intera umanità perché Dio lo guardi di nuovo: vuole che il padre gli presti attenzione, che preferisca di nuovo lui… proprio come un bambino.

Paradiso e Inferno si incrociano in Supernatural permettendoci di dare uno sguardo interessante alla Bibbia e a quei racconti antichi spesso avvolti in un’aura mistica e insondabile, restituendoli alla vita terrena, alla realtà di tutti i giorni. Il Paradiso è semplicemente una famiglia, il Diavolo è un figlio ribelle e capriccioso, Dio un padre assente.

 


FONTI

Visione diretta di Supernatural.

 

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