Kasabian, anime perdute della musica dal talento Italiano

È una buona occasione per parlare di questo gruppo. Un motivo è quello che da poco si sono esibiti a Milano presso l’Assago Forum, mentre l’altro è quello che la maggior parte del successo della band è anche dettato dal genio italiano che è presente.

I Kasabian, band di Leicester che inizialmente prese il nome di Siracuse, sono nati nel 1997, formati da Tom Meighan, cantante e frontman della band, Chris Edwards, bassista, e, acclamatissimo dalla folla, Sergio Pizzorno, il chitarrista ”tutto fare” della band dalle origini italiane, precisamente di Genova, autore e produttore dei brani. Formatasi durante gli anni liceali, i tre sono rimasti uniti per tutti questi anni. Successivamente si sono aggiunti al gruppo il batterista Ian Matthews Tim Carter, dopo che il precedente chitarrista Jay Mehler lasciò la band per far parte dei Beady Eye di Liam Gallagher, oltre ai  numerosi turnisti.

Formatisi nel lontano 1997 a Leicester divennero famosi in ambito musicale solo nel 2003, quando si diffusero alcuni loro lavori come Club FootReason Is TreasonL.S.F.Processed Beats, per poi sfondare con il loro album omonimo Kasabian nell’anno successivo (2004). Il talento era tanto evidente da essere stati chiamati ad aprire i concerti degli Oasis durante le tappe del tour Don’t Believe The Truth del 2005. E da quel momento non si sono più fermati più. Negli anni seguenti sono usciti Empire nel 2006, West Ryder Pauper Lunatic Asylum nel 2009, Velociraptor! nel 2011, 48:13 nel 2014, per poi ritornare sulle scene con For Crying Out Loud (2017).

Il successo della band si mantiene strepitoso tanto che le loro canzoni vengono trasmesse ovunque, i loro brani inseriti all’interno di videogiochi come Fifa e Tony Hawk, film, programmi della BBC e perfino nella WWE (World Wrestling Entertainment).

Ma passiamo alla loro esibizione, cui abbiamo la fortuna di assistere e che meglio rende la potenza e il talento del gruppo inglese.

Slaves

Ad accompagnarli nella loro unica data italiana c’erano gli Slaves, duo formatosi nel 2012 nel Kent inglese, composto da Laurie Vincent (basso e chitarra) e Isaac Holman (voce e percussioni), che suona un hardcore punk violento. Hanno dei buoni presupposti, un logo che ricorda un ananas, basi di batteria puramente punk e accattivanti riff di chitarra, ma poi si perdono con i testi, quasi sempre urlati. Una band che non ha nulla a che fare con i Kasabian e sembra esibirsi più per sbigottire il pubblico, un momento di stallo prima del vero spettacolo.

La voce lirica di Pavarotti s’immola con Nessun Dorma! per avvertire che lo show sta per incominciare mentre i musicisti prendono posto uno per uno sul palco. Ed è questo l’unico modo per parlare delle canzoni dei Kasabian, viverle di persona. Molte volte le versioni live non rispecchiano la versione in studio, sia nel senso negativo che positivo del termine. Per loro è diverso. Le canzoni sembrano essere scritte per il pubblico e con il pubblico, fatte apposta per essere cantante e ballate da tutti. Ed è quello che è successo. Ill Ray è la prima canzone in scaletta e come per magia, tutti iniziano a ballare, anche chi è seduto sugli spalti. A seguire una delle canzoni più famose del gruppo, Underdog. Proprio quando il pubblico non se l’aspetta. Tutti diventano cantanti, tutti vorrebbero essere sul palco. Così si fanno un po’ di battute ciascuno. Tom Meighan condivide il microfono con il pubblico. Così si sentono tutti protagonisti.

Si continua con la maggior parte dei successi della band, Eez-EhShoot The RunnerDays Are Forgotten e il singolo pop del nuovo album, You’re In Love With A Psycho. Dopo di queste un piccola pausa per un cambio.

Kasabian

Chris Edwards posa il basso che ha utilizzato per tutte queste canzone per prendere quello messo in punizione, quello cattivo, dal suono più potente e distorto, per esibirsi con Club Foot. Canzone dall’energia sorprendente, dalla batteria inarrestabile come Immigrant Song dei Led Zeppelin e da un chitarra che supporta la parte del basso. Si arriva alla fine della canzone con il batterista apparentemente esausto. Nuovo cambio di basso e si riprende con Re-WiredTreatBless This Acid House e anche un assolo del batterista Ian Matthews per poi concludere, per finta ovviamente, con L.S.F., un inno per tutti i fan dei Kasabian.

Al loro rientro, accompagnati dall’ovazione della folla, rientrano in un primo momento Sergio e Tom per esibirsi in un duo acustico, suonando Goodbye Kiss, splendida canzone che ricorda molto lo stile degli Oasis, scritta ed arrangiata da Pizzorno e dedicata ai cuori infranti. La voce di Tom, in questo momento, è chiara e fantastica. Terminata anche questa, i Kasabian, con tutti i membri tornati sul palco, si accingono a concludere con uno dei loro pezzi che li ha resi celebri in tutto il mondo, ovvero Fire. Al termine un lungo applauso li saluta e la folla continua ad intonare in nome di Sergio, che ricambia con un saluti in italiano. Dobbiamo esserne fieri perchè in questo straordinario successo si cela il marchio del Made in Italy, che porta la firma di Sergio Lorenzo, naturalizzato ”Serge”, Pizzorno.

Sergio Pizzorno, chitarrista ed autore dei brani

 

Scaletta della serata:

– Nessun Dorma (Giacomo Puccini song)
– Ill Ray (The King)
– Underdog
– Eez-Eh
– Shoot the Runner
– Days Are Forgotten
– You’re in Love With a Psycho
– Man of Simple Pleasures
– Club Foot
– Re‐Wired
– La Fée Verte
– Treat
– Bless This Acid House
– Stevie
– Put Your Life on It
– L.S.F. (Lost Souls Forever)
– Goodbye Kiss (acustica)
– Comeback Kid
– Vlad the Impaler
– Fire

 


 

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