Cosa vi aspettereste dalla commedia intitolata Il teatro comico, scritta da Goldoni? Probabilmente le esilaranti gag della commedia dell’arte. Dimenticatevi tutto ciò. Lo spettacolo di Roberto Latini in scena al Piccolo Teatro di Milano dal 20 febbraio al 25 marzo delude le aspettative dello spettatore e, nel disperato tentativo di realizzare un’opera moderna, produce “una schifezza”.
La trama è inesistente: inizialmente sembrerebbe che una compagnia stia provando uno spettacolo, in perfetto stile Pirandelliano, poi un poeta impacciato chiede di entrare a far parte della compagnia prima come drammaturgo in seguito come comico; infine si racconta la storia di una fanciulla corteggiata contemporaneamente da un ragazzo e dal padre di quest’ultimo. Compare inoltre una cantante lirica che, alla disperata ricerca di lavoro, accetta di fare la comica. Tali brevi storie sono intervallate da scene mute di spaesante teatro contemporaneo. Sono presenti le maschere della commedia dell’arte, ma la recitazione straniante – simile a quella di Luca Ronconi (nonostante la predilezione del mimo) – impedisce di ridere appieno delle loro battute. Lo scopo è di indurre a riflettere sulle caratteristiche del teatro comico anziché divertire, infatti i vari personaggi disquisiscono sulle caratteristiche di tale genere teatrale, creando una conversazione metateatrale sulla teoria del teatro.
La scenografia è minimal: un palco ondeggiante su cui gli spettatori recitano in bilico e dei manichini travestiti da Arlecchino. Compensano gli attrezzi di scena: microfoni che pendono dal soffitto, monopattini, sedie a rotelle, fori nel sipario da cui gli attori si affacciano per rivolgersi alla platea e l’imbragatura, che ha permesso ad una delle attrici di recitare sospesa nel vuoto. La sovrabbondanza di elementi che evocano Arlecchino è in contrasto con la grande assenza di tale personaggio, infatti i soli Arlecchini che compaiono in scena sono dei manichini, oppure attori muti, caotici e assolutamente privi di funzionalità.
I costumi, molto ricercati, ricreano fedelmente l’ambientazione della commedia dell’arte e forse sono i soli elementi che rispettano le caratteristiche del teatro di Goldoni. Il loro gusto barocco è in piacevole contrasto con la scenografia essenziale e con la modernità esasperata dell’opera nel suo complesso.
Lo spettacolo è risultato difficile da comprendere, tanto che alcune persone hanno abbandonato la sala prima del termine della rappresentazione. La pagella finale prevede una sonora bocciatura.
Copertina © Masiar Pasquali