Animalier prints: la giungla alla ribalta

Bisogna andare nel lontano 1947 per trovare in passerella le prime stampe animalier: fu Christian Dior, infatti, il primo a lanciarle vestendo le indossatrici con chiffon leopardato. Che sia leopard, zebrato, tigrato o squamoso come il coccodrillo, la fantasia animalier o maculata rimane un vero e proprio must.

Motivo riconducibile, in passato, alla lussuria e alla libidine, molte Dive restano affascinate dal maculato: basti pensare al cappello di Audrey Hepburn in “Sciarada” e al manicotto di Marilyn Monroe in “Gli uomini preferiscono le bionde”, ma anche ai cappotti di Liz Taylor e Jackie Kennedy. Ben presto la fantasia jungle viene riportata in passerella da grandi firme italiane: da Valentino che nell’87 conquista il titolo di “Re della giungla della moda” sul Toronto Star, a Gianni Versace che, nei primi anni Novanta, introduce la stampa animalier anche nella moda uomo, fino a Roberto Cavalli che, nel 2006, ha addirittura sponsorizzato la mostra “Wild: Fashion Untamed” a New York, incentrata proprio sull’animalier.

Dal singolo capo wild che rendeva qualunque abito sexy e intrigante, il maculato in ogni sua variante tinge il total look. Dolce&Gabbana propone l’intero abito (cappotto e scarpe comprese!) per un completo leopardato che fonde la ferinità della stampa con la femminilità delle linee degli abiti. Emilio Pucci, invece, gioca con lo zebrato e il tigrato: non solo abiti lunghi, ma anche completi pantaloni e bluse. Infine c’è Balmain che opta per il pezzato, il pitonato e lo scamosciato tridimensionale, con applicazioni e decori.

Ma l’evoluzione della zoo print non si ferma qui e non ha nulla a che vedere con l’abito di Kim Karashian ad Halloween di qualche anno fa. La fantasia si fa chic e glamour, giocando con i colori, come accade per il tailleur acid pop di Ashley Williams o a Dior che intreccia l’animalier print con linee rosse. Acne Studios si colora di tinte forti, Christopher Kane cede al pitonato viola, mentre Au jour le jour, grazie al fondo bianco, crea un netto contrasto dall’effetto quasi fluo con macchie di leopardo rosse e blu. C’è chi, invece, propone solo dettagli di un intero capo: John Galliano, ad esempio, opta per il tigrato sui risvolti di una giacca bianca, mentre Bluegirl e Simonetta Ravizza, al contrario, ornano con revers e colli a tinta unita i propri capi sauvage.

 

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