Dopo il passaggio di “The wolf of Wall Street”, e ancor di più dopo l’uscita di “Suicide Squad”, conosciutissimo seppur per i motivi sbagliati, avendo sollevato su di sé un vero polverone di critiche e dissenso generale, ormai qualunque cinefilo conosce il nome dell’attrice Margot Robbie. Essendo l’incarnazione stessa della bellezza scultorea e dello star system americano, i registi che hanno lavorato con lei hanno abituato il proprio pubblico a vederla come una diva dalla bellezza lontana e intoccabile. Questo è vero, almeno, fino all’uscita nelle sale dell’ultima fatica del regista Craig Gillespie intitolata I, Tonya.
Candidato agli Oscar 2018 per le statuette di miglior attrice protagonista e non protagonista, il film racconta la vita, le gioie e le difficoltà della giovane Tonya Harding, una capacissima pattinatrice sul ghiaccio che insieme ai successi in campo atletico deve combattere nella quotidianità contro una vita opprimente e soffocante. A partire dal difficile rapporto con la propria madre, vissuto in modo travagliato senza momenti di affetto, continuando poi con l’ancora più difficile matrimonio con il marito, un uomo burbero e violento. Tonya cerca disperatamente il suo spazio vitale in un microcosmo di dolore che sembra frustrarla senza fine.
L’attrice Allison Janney, arruolata per recitare la parte della madre di Tonya, viene meritevolmente candidata come migliore attrice non protagonista: il suo personaggio è cinico e spietato, una madre senza amore né compassione, che calpesta ogni sentimento provato dalla figlia pur di trasformarla nella combattente e vincitrice quale Tonya di fatto diventerà. La Janney restituisce perfettamente sul grande schermo ogni tratto di LaVona Harding, riuscendo a risultare detestabile ad ogni apparizione, eppure sempre coerente con la propria personalità.
Un vero e proprio applauso lo merita però Margot Robbie, che ovviamente si cala nei panni della protagonista Tonya. Liberata dal trucco fascinoso e dai ricchi vestiti di “The wolf of Wall Street”, riabilitata dopo quel look trasandato ma sempre sensuale e provocante messo in scena per “Suicide Squad”, Margot Robbie si ritrova faccia a faccia con un personaggio carino sì, ma ben lontano dall’irraggiungibile bellezza delle proprie precedenti interpretazioni. Tonya (si parla anche storicamente, essendo il film tratto da eventi realmente accaduti) è una ragazza burbera e mascolina, una lottatrice nata, è la First Lady della birra, della volgarità e dell’anticonformismo.
Il film, che è accompagnato da belle musiche e da una regia che spicca nei momenti salienti, da una fotografia che addolcisce l’amaro delle vicende narrate e da una sceneggiatura e una caratterizzazione dei personaggi ottime, conta moltissimo sulla performance attoriale della Robbie che dimostra di saper fare ottimamente il proprio lavoro.