Venerdì 23 febbraio. La pioggia attenta alla mia piega anni ’40 mentre mi avvio al Fashion Club, noto locale di Milano che quella sera ospita il Royal burlesque revue. Lo show, voluto per i dieci anni dell’agenzia Voodoo Deluxe, avrebbe visto sul palco alcuni tra i più acclamati performer burlesque del momento. Nel backstage mi attendono tre artiste con cui scambierò qualche parola: Polly Rae, Dolly Lamour e Aila Floyd, delle The Bee’s Knees.
Mi avvicino a Polly non appena termina la prova audio: morbidi capelli rosso fuoco, incarnato di porcellana e sorriso dolcissimo. “Ho iniziato a lavorare con la Voodoo Deluxe nel 2007” comincia a raccontarmi in un inglese musicalissimo “e all’inizio era tutto fresco e nuovo. Al mio primo show qui a Milano, al Connie Douglas, c’erano 700 persone, e tutte urlavano! Ora, e parlo soprattutto della realtà londinese, ci sono molte performer e diventa più difficile impressionare il pubblico. Qualche anno fa, tutte si improvvisavano performer, era il trend del momento, a discapito della qualità. A me interessa che il pubblico si ricordi per la bellezza e l’emozione che i miei act trasmettono”.
Polly è un’artista poliedrica, canta, si muove sinuosamente e recita (ha una dizione perfetta, ndr). “Per me anche parlare diventa tease. Il tono della voce, comunicare con chi mi guarda. Miss Polly Rae è un personaggio, quando salgo sul palco è questo che voglio trasmettere, cantando e intrattenendo il pubblico. Per questo continuo a studiare, essere curiosi è la cosa più importante, permette di evolversi e crescere”.
Dall’altro lato della sala intravedo Dolly davanti a una videocamera. È così avvenente che quasi m’intimorisce starle accanto e ascoltarla mentre risponde alle mie domande. “Io ho sempre avuto un po’ questo gusto per il decadente, l’esoterico, per la magia, per la musica goth e death rock” mi risponde, quando le chiedo come il noir sia entrato nei suoi act. “Sentivo che il classico act burlesque, per quanto raffinato e ben studiato, mi stava troppo stretto. Era giunto il momento di inserire nelle mie performance ciò che più mi piaceva e la risposta del pubblico è stata positiva”.
“In genere in Italia spesso veniamo trattate meglio che all’estero” risponde quando le chiedo se è difficile essere una burlesque performer in Italia. “Ovviamente lavorando per un’agenzia come la Voodoo Deluxe il rischio di avere a che fare con realtà improvvisate è molto basso. Per quanto riguarda il pubblico” continua Dolly “non trovo grande differenza, l’unica è se il pubblico è preparato o meno a ciò che sta per vedere. Il pubblico che non conosce questo spettacolo, può reagire in ogni modo, dalla freddezza al rifiuto.”
“È importante avere cognizione di cosa succede a livello musicale nelle decadi in cui voglio ambientare il mio act” mi racconta poi, “perché uno spettacolo in cui non c’è un legame tra la musica e l’azione è brutto da vedere. Virgil, che è un grandissimo conoscitore di musica, mi ha fatto ascoltare brani che mai avevo sentito e che si prestavano a ciò che io volevo creare. Non avrei potuto chiedere di meglio”.
Scendo infine nei camerini per incontrare Aila Floyd, dello scoppiettante duo charleston The Bee’s Knees. “Non abbiamo paura di inserire elementi contemporanei nelle nostre coreografie” mi spiega. “Se qualcosa ci colpisce o affascina cerchiamo di inserirlo nel nostro progetto per creare una performance unica”. Nel burlesque un ruolo fondamentale è svolto dai costumi, e chiedo ad Aila come nasce un abito di scena. “Ogni tanto capita di vedere un abito che fa subito al caso nostro. Quelli che vedrai stasera sono stati creati da Sara Costantini (che sorride a due passi da noi, ndr), sono ispirati al periodo che va dagli anni ’20 ai ’40 e sono funzionali ai nostri movimenti e all’act in generale”.
“Il mio ragazzo è un clown, amiamo le commedie e vogliamo portare sul palco lo stesso humour degli anni ’20 e ’30, le stesse movenze jazz dei personaggi delle commedie. Guardiamo spesso video tratti da film d’epoca per prendere spunti ed ispirazione, in questo modo possiamo continuamente reinventarci”. Ringrazio Aila per il tempo che mi ha dedicato, mi guardo intorno ed inizio a percepire il fermento pre-spettacolo. Non vedo l’ora di godermelo, sono agitata quanto loro. Esco dal Fashion Club per mangiare un boccone prima che inizi lo show: ha smesso di piovere, la mia piega è salva.
Immagine 1 © Arianna Ladina