Fra la verità più fonda
e me
metti sempre i tuoi baci.
Dice Pedro Salinas. Il che, francamente, non è corretto. Su cosa sia questa fonda verità ci sarebbe molto da dire, – in realtà pochissimo da capire, forse ancora meno da interpretare. Ma non è questo che ci interessa. Che si tratti di una verità esistenziale o spirituale poco importa, perché tanto al poeta non è concessa:
la desidero, non la raggiungo;
quando le sono accanto
mi chiudi il cammino tu,
ti offri a me nelle labbra.
Basta la semplicità di un bacio per metterlo fuori gioco; per non permettergli di capirsi, di comprendere il mondo, ma non solo. Basta la semplicità di un bacio per escluderlo da tutto, anche dai suoi stessi versi. È lei, un’amante dalle labbra rosse, carnose, sensuali, la protagonista di questa poesia. È lei già dal terzo verso; Salinas sembra riprendersi subito, come se volesse rivendicare il possesso della propria poesia, ma non ce la fa; il soggetto torna a essere lei, in maniera compulsiva, quasi ridondante. Mi chiudi il cammino tu, / ti offri alle mie labbra. Un trionfo della seconda persona singolare: non c’è spazio per altro.
Trionfi. Dimentico, baciando,
il tuo segreto arroccato.
Di nuovo il poeta fa capolino, di nuovo cerca uno spazio all’interno delle proprie parole, dando vita a una danza in cui persino il lettore fa fatica ad entrare. Un gioco di causa-effetto; lei, la causa. Lui, sistematicamente, l’effetto.
Le premesse non erano buone; trattandosi di poesia, di amore, di labbra e di baci, ci saremmo aspettati un finale catastrofico.
Attenta.
Mi tradirai, così
Leggendo questi due versi, abbiamo alzato le sopracciglia, forse tirato un sospiro di sollievo, ammorbidito le labbra – che hanno assorbito la poesia e, come per osmosi, non hanno mai smesso di muoversi-, alzato gli occhi al cielo. Era scontato che andasse così. Lei, la terribile femme fatale –perdonateci il termine fuori contesto, ci è sembrato un buon compromesso-, che stordisce il poeta con i suoi baci e lo allontana dalla verità più profonda, quella che solo i veri artisti –o gli uomini- possono raggiungere.
Eppure.
Eppure,
Un giorno il tuo bacio,
da profondità così remote
nascerà,
che ciò che lì dietro nascondi
proromperà tutto alle labbra.
Ci siamo sbagliati. Abbiamo pensato a chissà quale segreto nascosto nell’anima del poeta, quando Salinas, sin dai primissimi versi, non ha fatto altro che ripeterci quanto la poesia parlasse interamente, spassionatamente, unicamente di Lei –che si è appena guadagnata una maiuscola honoris causa-. Abbiamo, insomma, peccato di presunzione, credendo di capire tutto di un testo che, in realtà, è molto più semplice di quanto si possa immaginare; lei si nasconde dietro delle belle labbra, lo stordisce con i suoi baci, cela la sua vera natura. Il poeta, anima sensibile, rimane folgorato ma dentro di sé sa che prima o poi l’essenza della sua amante si paleserà e lui non potrà far altro che adorarla, esattamente come adora lei.
Era esattamente una danza e la coreografia era indubbiamente scritta per due; il fatto che Salinas abbia deciso di tirarsi momentaneamente fuori dal discorso non è sintomo di debolezza, ma di umiltà; non rispecchia l’incapacità di pretendere l’amore che gli spetta, piuttosto è indice di grande generosità.
Non ha niente a che vedere con l’ansia di muovere verso di te.
È solo un rispettoso, amorevole, premuroso e morbidissimo passo indietro. È il piacere della scoperta, il rispetto del prossimo, l’amore inteso come purezza sentimentale ed emotiva. Un’umile, dignitosa ma dolce attesa, fatta di labbra carnose e di rossissimi baci.