Nell’Europa rinascimentale il clima artistico, declinato alla particolarità nazionale, fu espressione della corrente umanistica -di poco precedente- e dello splendore che il Vecchio Continente visse. In Italia, suddivisa tra signorie e realtà politiche soggette a potenze straniere, si distinguevano le grandi famiglie aristocratiche come i Colonna e i Carafa legati alla Spagna imperiale ereditata da Filippo II, braccio armato della Controriforma, dal padre Carlo V. Tra queste famiglie trovava il suo posto anche la casata piacentina degli Anguissola e nella corte di Filippo e Elisabetta trovò posto come pittrice ufficiale la donna del Rinascimento italiano: Sofonisba Anguissola.
La grandezza di Sofonisba fu riconosciuta sia dal Vasari (che la cita nelle Vite) che da Caravaggio e molte delle sue opere sono oggi conservate nel Museo nazionale spagnolo del Prado, dove, tra le tante, si può ammirare il famoso ritratto di Filippo II.
Del ramo della famiglia Anguissola di Amilcare e Bianca Ponzoni (genitori di Sofonisba) tutti i sette figli, eccetto Elena (ritratta come monaca), si dedicarono all’arte ed in particolare Sofonisba si formò alla scuola del lombardo Bernardino Campi che la istruì nel suo ambito preferito: la ritrattristica.
Il famoso autoritratto di Sofonisba Anguissola fu realizzato nel 1554 e riconosciuta come opera della sua autrice solo nel XIX secolo, quando venne ritrovato a Vienna, dove ancora oggi è conservato presso il Kunsthistorisches Museum che presenta molte opere eseguite tra il 1469 e il 1716, ovvero il periodo della Spagna Imperiale. Il ritratto olio su tela è caratterizzato dalla semplicità e dall’umiltà: la ragazza non mostra gioielli e questa mancanza esprime la castità e l’educazione di Sofonisba. Tuttavia non manca la nota femminile indicata dal ricciolo di capelli che discende dalla cuffia accarezzando l’orecchio. Questo dipinto viene indicato come prima opera di Sofonisba Anguissola ma ne seguirono un altro autoritratto (Autoritratto alla Spinetta) ed suo un ritratto invece eseguito da Van Dyck che molto apprezzava la sua arte.
Se sei interessato alla lettura di un’altra artista donna, qui l’articolo su Elizabeth Vigée.
FONTI
Museo del Prado
Museo di Torino
John H. Elliott, La Spagna imperiale
Giorgio Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architettori