Tra i film protagonisti dell’awards season non mancano mai i biopic che prevedono una trasformazione fisica da parte dell’attore. In I,Tonya di Craig Gillespie, Margot Robbie – bellezza classica e raffinata valorizzata in The Wolf of Wall Street e Suicide Squad – diventa Tonya Harding, campionessa di pattinaggio artistico passata alla storia più per uno scandalo che per il suo talento.
Energica, atletica, poco attraente e poco elegante, la Harding vinse la sua prima gara a quattro anni e fu la prima americana a portare a termine a una competizione ufficiale un triple axel, un salto particolarmente difficile che nessuna sua connazionale aveva mai presentato. Dopo gli inizi stellari dei primi anni ’90, però, finì nei guai con la giustizia quando la sua rivale Nancy Kerrigan fu colpita al ginocchio con una sbarra dopo un allenamento in vista delle Olimpiadi invernali. Dalle indagini emerse infatti quasi subito che l’aggressore Shane Stant era stato pagato dell’ex marito di Tonya, Jeff Gilloly; lei negò all’inizio di essere coinvolta nella vicenda, per poi ammettere di aver saputo dell’idea ed essere esclusa da tutte le competizioni.
I, Tonya è una commedia divertente e scorrevole, attenta a evitare la glorificazione di una figura controversa, che mostra comunque in tutta la sua autenticità. Il biopic segue la storia della Harding da quando era bambina fino allo scandalo Kerrigan, ed è costellato di una serie di interviste a lei e ad altre persone coinvolte.
Cresciuta in povertà, Tonya è costretta a vivere con una madre frustrata e burbera che ritiene che picchiarla e maltrattarla possa migliorare le sue performance. Pattinatrice dalla tecnica impeccabile, Tonya è ignorante, volgare e senza filtri, tutto l’opposto dell’immagine che la Figure Skating Association vuole come emblema degli Stati Uniti nelle competizioni internazionali. Tonya si cuce da sola costumi poco eleganti per le gare, sceglie musica heavy metal, cercando disperatamente il plauso del pubblico.
Parallelamente alla sua carriera vi è lo sviluppo della sua relazione malsana con Jeff, piena di litigi e episodi di violenza domestica, un rapporto così tossico da spingere l’uomo a pianificare l’aggressione alla Kerrigan dopo il divorzio, senza una richiesta esplicita da parte della Harding.
I, Tonya è un film biografico innovativo, dai toni comici, che non osanna né condanna la protagonista, talentuosa e non sempre gradevole ma degna di ammirazione. Una storia, che potrebbe sembrare un insolito oggetto di biopic, è resa memorabile grazie alle abili scelte di montaggio e regia: la cornice con le interviste, i flashback, il frequente rivolgersi al pubblico da parte dei personaggi. Impeccabile poi la recitazione: stellari le performance della Robbie, di Allison Janney nel ruolo della madre violenta e spregevole, e di Sebastian Stan nella parte dell’altrettanto sgradevole Jeff Gillooly.
Il film è candidato a tre premi Oscar: miglior attrice protagonista per Margot Robbie, migliore attrice non protagonista per Allison Janney e miglior montaggio.