I Macchiaioli delle collezioni private alla GAM Manzoni

Tra le collezioni private lombarde rivivono le più importanti opere dei Macchiaioli. I pittori scelgono di impressionare la realtà attraverso macchie cromatiche, in una continua danza tra luce e colore.

La GAM Manzoni di Milano celebra la fortuna storica dei capolavori macchiaioli nelle collezioni private lombarde. Dal 20 ottobre 2017 al 25 febbraio 2018, 35 opere occupano le due sale della galleria nella mostra “Macchiaioli: capolavori da collezioni lombarde”. Un progetto a cura di Francesco Luigi Maspes ed Enzo Savoia, con il patrocinio del Comune di Milano. Tra le cornici dorate, i dipinti richiamano i nomi dei più importanti esponenti della corrente toscana. Tra questi Giovanni Fattori, Telemaco Signorini e Silvestro Lega.

Il movimento artistico dei Macchiaioli nasce nel 1856, tra i dialoghi degli studenti accademici riuniti al Caffè Michelangiolo di Firenze. Nonostante il loro nome derivi da una qualificazione dispregiativa del giornale “La Gazzetta del Popolo”, essi lo adottarono subito come identificativo del loro modo di fare arte. I pittori si esprimono attraverso la giustapposizione di macchie cromatiche. Non esistono forme definite, ma solo l’effetto della luce che riflette il colore degli oggetti nell’occhio umano. Sono i paesaggi rurali, marittimi e i quartieri periferici i nuovi laboratori di studio del colore.

Settignano, Telemaco Signorini (1835-1901)

Lo è l’antica via del pane e della pasta di Settignano. L’omonima opera di Telemaco Signorini spicca sulla rossa parete della GAM Manzoni. Nel dipinto, un taglio luminoso illumina la via e scalda le pietre del selciato e del fabbricato. Pochi soggetti investono la scena, accompagnando un’analisi scientifica del colore ad un abbandono malinconico. Solo alcune opere più in là nel percorso espositivo e l’artista cambia rotta. Le giustapposizioni cromatiche accese di Riomaggiore scandiscono una nuova vitalità e allegria. Tra i viottoli liguri, personaggi comuni riflettono il colorito locale. Paesani, contadini e pescatori, impegnati nei rituali quotidiani, si lasciano ritrarre in una perfezione priva di solennità, ma intenzionata a cogliere il senso del vero.

Lettura Romantica, Silvestro Lega (1870)

Il ritratto è rappresentativo della corrente dei Macchiaioli. Gli artisti decidono di abbandonare lo sfondo neutro, per contestualizzare il personaggio all’interno del paesaggio. Le protagoniste sono donne, dalle contadine alle dame borghesi nei loro salotti. Tra le opere esposte in mostra, Silvestro Lega è colui che riesce meglio a cogliere le diverse sfaccettature del mondo femminile. Dove una fanciulla si abbandona alla lettura disinteressata (Lettura romantica, 1870), una donna insegna alla figlia l’arte della filatura (L’educazione al lavoro, 1863). Tutto è avvolto in un’atmosfera quotidiana, rassicurante e familiare.

Un piccolo gioiello artistico nel cuore di Milano fa luce sul movimento più rappresentativo dell’Ottocento italiano. Uno spazio espositivo concentrato, che riesce però a cogliere al meglio i dipinti più identificativi del movimento. Battaglie risorgimentali, paesaggi rurali toscani, squarci cittadini e volti da ritratto hanno arricchito nel corso della storia le collezioni private lombarde e ancora oggi rivivono nel panorama culturale milanese.


FONTI

Visita della mostra da parte dell’autrice

SetteMuse

CLP1968

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CREDITS

Copertina

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