Incantesimi: in mostra i costumi che hanno fatto la storia della Scala

Incantesimi: i costumi del Teatro alla Scala dagli anni Trenta a oggi” è il titolo della mostra a Palazzo Reale che ospita, appunto, quasi un secolo di costumi utilizzati nelle opere e nei balletti andati in scena alla Scala di Milano.

La mostra è nata per celebrare i quaranta anni dell’Associazione Amici della Scala ed è stata curata da Vittoria Crespi Morbio, storica della scenografia teatrale ed esperta dei rapporti tra arti figurative e teatro musicale.

L’intento è quello di far conoscere al pubblico e rendere omaggio al lavoro di restauro dell’Associazione e di difendere il patrimonio scaligero, non soltanto riguardante le rappresentazioni teatrali ma riguardante anche tutto il lavoro della maestranza sartoriale e la tradizione tutta italiana di alta sartoria.

Le sale degli arazzi di Palazzo Reale hanno ospitato 24 tra gli oltre 60.000 abiti conservati nel laboratorio del Teatro alla Scala, realizzati su misura per l’interprete, e per l’occasione sono state illuminate in modo suggestivo e teatrale, con luci soffuse e ripetitive, per ricreare l’atmosfera della messa in scena e far sentire la presenza viva dell’interprete che ha indossato il costume, tra cui ricordiamo alcuni nomi che hanno fatto la storia del teatro come Maria Callas, Renata Tebaldi, Boris Christoff, Carla Fracci Rudolf Nureyev.

Ogni costume è stato realizzato su misura per l’interprete, si lega alla sua individualità, ed è curato minuziosamente nei minimi dettagli, nonostante sia creato per essere visto da lontano. Ogni piccola caratteristica del costume, ogni accostamento cromatico, ogni decoro, ha un proprio significato e rivela il carattere del personaggio interpretato.

E’ una mostra che dura quasi un secolo che ci porta in una dimensione magica, ripercorrendo la storia e l’evoluzione della sartoria scaligera e percorrendo un sentiero contornato da diversi stimoli culturali e  diverse impronte lasciate da stilisti, sarti, figurinisti e interpreti.

La mostra si articola seguendo un ordine cronologico, in quattro sezioni tematiche: dagli anni Trenta agli anni Sessanta, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, gli anni Ottanta, e dagli anni Novanta ai giorni nostri. In ciascuna sezione troviamo pezzi eccezionali di maestri come Caramba e Zeffirelli, Anna Anni, i premi Oscar Piero TosiGabriella Pescucci e Franca SquarciapinoPierluigi Pizzi, Lele Luzzati, e i nomi della moda quali Versace Karl Lagerfeld.

Giocasta, “Edipo Re”, Pier Luigi Pizzi

Camminando tra le sale, in un’atmosfera quasi teatrale, ci si immerge nella contemplazione di ogni singolo dettaglio: tripudi di pizzi, pietre colorate, ricami e tessuti preziosi fanno da padroni in questo scenario.

Alexandre Benois “Eugenio Onegin”

Si va dal barocco mantello in velluto rosso ricamato di lustrini dorati del costume realizzato da Alexandre Benois nel 1954 per l’opera “Eugenio Onegin”, al tessuto broccato di Lola in “Cavalleria Rusticana”, creato da Anna Anni nel 1981, alla stravagante creazione di Pier Luigi Pizzi del 1969 per il personaggio di Giocasta in “Edipo Re” di Stravinkij, un lungo abito dalle sfumature bordeaux in un materiale che sembra quasi plastica, per passare al lungo strascico nero di seta arricciata, opera di Gianni Versace nel 1987 per “Salome” di Strauss.

Salome, Gianni Versace

Grazie all’associazione Amici della Scala, vediamo i costumi come mai li avevamo visti prima. Sì, perché, al concludersi della mostra, tutte queste straordinarie opere ritorneranno nei depositi dell’Ansaldo, custoditi come vere gemme preziose e sottoposti, qualora ve ne sia la necessità, al restauro.

E’ un vero peccato, e una grande perdita per la città di Milano, capitale della moda, che sia assente uno spazio espositivo per tutti questi capolavori, che dovranno tornare ad essere dimenticati insieme ai loro creatori e alla loro incredibile manualità e creatività.

FONTI:

arte.it 

CREDITS:

Foto dell’autrice

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