“Per San Valentino la primavera sta vicino.”
– Proverbio
Il 14 febbraio di ogni anno si festeggia san Valentino, la festa degli innamorati, la celebrazione dell’amore tra due persone che hanno deciso di stare perché rimanere separati risulta inconcepibile.
Ogni anno in corrispondenza di questa festa si registra un aumento dell’acquisto di cioccolatini, dolcetti, fiori, e gadget di ogni tipo a forma di cuore o simili.
La maggior parte delle persone però, festeggia senza essere consapevole di chi sia questo Valentino che è stato santificato, quando è vissuto e come mai proprio lui è il patrono degli innamorati e dell’amore in generale.
In realtà i santi registrati al 14 febbraio nel Martitologio Romano –un vero e proprio catalogo di tutti i santi costantemente aggiornato, di cui l’ultima edizione è del 2004,- ci sono due Valentini.
I due personaggi hanno alcuni aspetti in comune, tanto che si pensa fosse la stessa persona. Tuttavia, non ci sono prove storiche fondate, dunque i Valentini potrebbero essere due, come uno.
Il primo Valentino sarebbe nato a Terni nel 176 e sarebbe stato ucciso nel 268 dall’imperatore Claudio il Gotico (213/214-270) dopo aver compiuto un miracolo. L’imperatore l’avrebbe affidato al suo collaboratore Asterio il quale aveva una figlia cieca dall’età di due anni. Valentino le restituì la vista. Tutta la famiglia della ragazza si convertì immediatamente al cristianesimo, ma l’imperatore lo fece decapitare per questo.
Valentino sarebbe stato sepolto vicino alla via Flaminia, proprio dove venne martirizzato il 14 febbraio.
Il secondo Valentino era vescovo di Terni, e sarebbe stato martirizzato sotto l’imperatore Aureliano, nel 273.
Valentino era un celebre taumaturgo e fu invitato proprio per questo a Roma dal filosofo Cratone, per guarire il proprio figlio, afflitto da gravi problemi alla schiena e una gobba molto pronunciata. Valentino guarì il figlio e tutta la famiglia si convertì al cristianesimo. Venne però imprigionato per quest’atto miracoloso e condannato alla decapitazione.
Dopo il martirio, il suo corpo venne trasportato da alcuni fedeli a Terni. La tradizione racconta che nel corso dei secoli le reliquie furono divise e donate a varie chiese. Ne rimangono comunque a Terni, dove sarebbero ancora conservati parte del cranio, il busto e dei denti.
I due santi sarebbero dunque sono stati seppelliti entrambi lungo la via Flaminia. Oltre a questo, non ci sono documenti o prove fondate che ne confermino l’identità separata, tanto che oggi si tende a considerarli un’unica persona.
In ogni caso, san Valentino è riconosciuto e celebrato come il patrono degli innamorati e dell’amore, a partire dal Medioevo. Si pensava infatti che proprio a metà febbraio, il 14, avesse inizio la primavera e gli uccelli iniziassero ad accoppiarsi, dunque era una buona giornata per celebrare anche l’amore umano, e Valentino stesso venne in breve tempo riconosciuto come il santo che annunciava la primavera.
La stessa usanza di scambiarsi bigliettini e piccoli doni, ha avuto inizio proprio nel Medioevo, a partire dal XV secolo.
La festività era celebrata soprattutto in Italia, diffondendosi fino all’Inghilterra, alla Francia e alla Germania, grazie all’azione divulgatrice dei frati Benedettini.
Per quanto riguarda l’iconografia, san Valentino è rappresentato con gli attributi tipici del vescovo –il bastone pastorale e la mitra,- e nell’atto di compiere uno dei suoi miracoli.
Nell’opera di Jacopo Bassano (1510-1592) San Valentino battezza santa Lucilla del 1575, Valentino è rappresentato nell’atto di battezzare la ragazza cieca dall’età di due anni, la figlia di Asterio, menzionato precedentemente.
Il miracolo ha successo e sarà quello che condannerà Valentino alla morte. Bassano rappresenta in alto, di fronte alla luce divina, gli angeli recanti la palma del martirio che spetta al santo. Valentino, Lucilla e gli altri personaggi sono rappresentati in abiti contemporanei, com’era uso nella pittura cinquecentesca.
San Valentino non è propriamente nato come il santo protettore degli innamorati, ma la storia e la tradizione hanno contribuito a renderlo uno dei santi più celebri al giorno d’oggi, se non uno dei pochissimi con cui si ha un minimo di confidenza.
FONTI
Alfredo Cattabiani, Santi d’Italia. Vita, leggende, iconografia, feste, patronati, culto, vol. 2, 2004, BUR Saggi.
Rosa Giorgi, Santi, I Dizionari dell’Arte, 2002, Electa.