L’importanza del make-up nel cinema non è mai stata posta in dubbio: dai Silent Movie sino ad oggi il trucco ha rivestito un ruolo fondamentale nella caratterizzazione dei personaggi, mezzo indispensabile per permettere una totale immedesimazione nel proprio ruolo. Insieme ad acconciature e costumi, il make-up riveste un ruolo così importante da esser riconosciuta come categoria a sé stante negli Academy Awards (“Best Makeup”), per esser poi condiviso 23 anni dopo con l’Hairstyling.
Il truccatore deve tenere in considerazione luci, angolazioni della cinepresa, sudorazione, movimenti bruschi ecc. e rendere perfetta la sua opera così da eliminare qualsiasi imperfezione. Dal classico make-up a vera e propria identificazione di un personaggio storico (basti pensare al celebre cat-eye di Cleopatra) che deve rispecchiare sia le abitudini del tempo sia l’idea stessa che il pubblico contemporaneo ha di quella precisa epoca.
Ugualmente importante è la trasformazione di un attore nei suoi caratteri somatici che permette di invecchiare, ringiovanire, creare ferite e deformazioni o veri e propri mostri (ad esempio la trasformazione di Bred Pitt in “Il curioso caso di Benjamin Button” o, più recente, quella di Gary Oldman in Wiston Churchill ne “L’ora più buia”).In alcuni casi è proprio il make-up a far la differenza per l’ottenimento di premi di fama mondiale. Basti pensare a Charlize Theron, nel ruolo di Aileen Wuornos (“Monster”), irriconoscibile ma scenograficamente perfetta. Grande naso protesico per Nicole Kidman nei panni di Virginia Woolf, in “The Hours”, che ha riportato in vita la celebre scrittrice britannica.
Potremmo proseguire in eterno elencando le centinaia di trasformazioni degli attori nella storia del cinema: dal celebre “Edward mani di forbice” di Johnny Depp fino alla “Regina di cuori” di Helena Bonham Carter; dalla “Donna di Ferro” di Maryl Streep all’inquietante Gollum di Andy Serkins. Una cosa è certa: un sapiente make-up è l’ingrediente indispensabile per ottenere un’interpretazione perfetta.