“L’ora più buia” di Churchill

Un incredibile Gary Oldman nelle vesti di un’icona: Winston Churchill. Performance eccellente accompagnata dall’immancabile sigaro, un bicchiere di whiskey ed instancabile ironia. Così ricordiamo il Primo Ministro più acclamato e, allo stesso tempo, malvoluto della storia inglese. Nonostante il personaggio sia ricordato per le sue buffe movenze, che l’hanno reso un soggetto perfetto per una caricatura, Oldman intraprende un’altra strada. Dopo aver vestito abilmente i panni di Sirius Black e del Detective Gordon, l’attore non solo interpreta Churchill, diventa Churchill. Ci regala un uomo testardo, coraggioso ma pur sempre disposto al compromesso, quando necessario.

Pur trattando un argomento delicato e violento come la guerra non saranno le battaglie, gli scontri diretti e i soldati al fronte ad occupare la scena. Si parla di un paese in guerra, dei sentimenti di coloro che sono rimasti a casa, aspettando di essere informati sul loro destino. Churchill è frastornato da questa enorme responsabilità, più volte egli stesso sottolinea di non aver mai preso un autobus o la metropolitana, di non far parte davvero del popolo perché non ha mai vissuto come loro. Questo porta ad una delle scene più emozionanti del film: il Primo Ministro decide di prendere la simbolica metro e intavola un discorso con i passeggeri chiedendosi, per la prima volta, quale sia la loro opinione. Colui che è portavoce del popolo capisce di non conoscere davvero la loro voce e, prima di prendere una delle decisioni più importanti per il futuro del Paese, prende in considerazione il loro parere sulla Guerra, prima di ponderare tutte le possibili azioni da intraprendere.

Con L’ora più buia veniamo gettati direttamente nel maggio 1940, in quelle settimane durante le quali Hitler sembrava avere la vittoria in tasca e l’Europa cominciava a preparare la sua resa. L’intero lungometraggio si focalizza su pochi giorni, dalle prime scelte apparentemente catastrofiche alla celebre operazione “Dynamo” che salverà migliaia di soldati ma, soprattutto, la speranza degli inglesi.

Come nella storia di ogni grande leader, non mancano quelle figure silenziose che offrono una spalla su cui piangere e una scossa quando necessaria. Conforto reciproco ed immancabile ironia si ritrova con i due coniugi; Kristin Scott Thomas veste i panni della moglie che non perde mai la speranza e la fiducia nel marito. Non meno rilevante la timida dattilografa, interpretata da Lily James, che si rivelerà come una delle principali sostenitrici del capo.

Difficile trovare un vero e proprio difetto all’interno del film mentre tanti sono i punti a favore. Dalla fotografia alla sceneggiatura, diversi sono gli elementi che rendono L’ora più buia un film di successo. Inutile affermare che questa novità firmata John Wright merita un’attenta visione.


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