Il 2017 in parole povere

“Le parole sono importanti!” diceva ormai molti anni fa Nanni Moretti nel film “Palombella Rossa”, ma è ancora così? Le parole sono ancora importanti oppure hanno perso il loro peso specifico?

L’anno domini 2017 da questo punto di vista è stato molto interessante. Lo shock dialettico-politico del referendum costituzionale del 4 dicembre ha cambiato definitivamente le regole del gioco della vita pubblica, tutto è diventato contendibile, le dichiarazioni fatte, le frasi pronunciate, le parole dette e scritte hanno perso il loro valore e possono essere smentite, all’occorrenza, dal diretto interessato, in cinque minuti, senza generare la benché minima perplessità negli astanti.

Quali sono state le parole più importanti, belle, usate e abusate nell’anno appena trascorso?
Eccone alcune:

VACCINI: Argomento spinoso già nel 2016, nel 2017 i vaccini sono diventati terreno di scontro ad ogni livello della società.  La situazione è diventata surreale e grottesca a luglio, quando alcuni deputati del Partito Democratico sono stati aggrediti da un gruppo di no-vax  radunati davanti a Montecitorio per protestare.

ONG come taxi del mare: non è ancora arrivata l’estate quando Luigi di Maio, leader del Movimento Cinque Stelle pronuncia, riferendosi alle ONG che operano nel mar  Mediterraneo per salvare centinaia di vite umane, questa espressione. Le polemiche si sviluppano subito, tra sostenitori e detrattori. Le vere vittime di questo fuoco incrociato risultano essere le organizzazioni non governative che, capro espiatorio di tutto il sistema accoglienza, in pochi giorni vengono processate e condannate dal popolo del web. Il giudizio della corte? Colpevoli.

Fake news: non è una mezza verità, non è una semplice bugia, una fake news è qualcosa di più. Nel 2017 sono state le vere protagoniste del mondo del  web.  Complotti, bufale, non errori che possono capitare ma notizie false create appositamente per creare scompiglio e diffondere il seme del dubbio.

Indipendenza: nella seconda parte dell’anno appena trascorso questa parola è stata la vera regina della festa. Partendo dalla storia infinita dell’indipendenza catalana, dal referendum non valido alla fuga all’estero di Puigdemont per arrivare ai referendum nostrani, quelli per l’autonomia di Veneto e Lombardia.

Attentati: non è, purtroppo,  una parola usata solo nel 2017. Dal giorno dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo e ancora di più dopo gli attacchi subiti dalla capitale francese nella notte tra il 13 e il 14 novembre 2015 qualcosa per tutti i cittadini europei è cambiato e il 2017 non ha fatto altro che rendere più evidente questo cambiamento. Londra, Barcellona, Manchester sono solo gli ultimi esempi delle città colpite.

Queste sono soltanto alcune delle parole protagoniste dell’anno che si è appena concluso. Il 2018 ne porterà alla ribalta altre, alcune nuove insieme a quelle  già sentite. Con molta probabilità alcune protagoniste del 2017 rimarranno tali anche nel 2018. Bisogna solo aspettare per scoprirlo.

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