Il Pacta Salone Milano ha ospitato, dal 15 al 28 gennaio, ScienzaInScena ATTO I: una rassegna di eventi, teatrali e non, relativi ad un progetto realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, INAF Osservatorio astronomico di Brera, Scienza Express. Hanno partecipato agli spettacoli sia attori sia alcuni scienziati, che hanno affiancato i drammaturghi nella stesura dei copioni.
“Noi, Robot”, spettacolo andato in scena durante la rassegna, presenta un testo ispirato a “L’uomo bicentenario” e ad altri lavori di Isaac Asimov. Preponderante appare, immediatamente, il rapporto tra gli attori e il pubblico: gli spettatori sono chiamati all’ascolto di una grande rivelazione, apparendo come uomini straordinari e prescelti. L’ambientazione è quella di un’intervista, durante una trasmissione televisiva, ad un famoso professore. Partendo dall’opera di Asimov, lo spettacolo conduce ad interrogarsi sul tema dell’intelligenza artificiale. Egli descrive un robot anatomicamente simile all’uomo. Il suo desiderio di totale identificazione lo porta al suicidio: l’unica differenza tra uomo e robot è, infatti, l’immortalità. Così gli attori riflettono (e si rivolgono anche al pubblico) sul significato di “intelligenza artificiale” e in cosa essa differisca dall’intelligenza umana. La riflessione conduce a numerose domande, tra cui: un robot può provare emozioni o sentimenti? Si può definire intelligenza qualcosa che non può provare sentimenti? Lo spettacolo è breve, ma essenziale. Tra le domande, ad essere messo in discussione è il concetto di libero arbitrio – quella straordinaria possibilità che l’uomo ha di scegliere – caratteristica che gli permette di distinguersi dagli altri animali: un robot è un computer, viene istantaneamente controllato e le sue azioni sono predeterminate. In altre parole, non può razionalmente stabilire il suo futuro. Quindi come si può pensare una completa sostituzione tra robot e uomo?
Uno spettacolo incalzante, con un clamoroso colpo di scena sul finale. Gli spunti di riflessione sono molteplici e l’obiettivo della rappresentazione e, in generale, di tutto l’evento, è quello di sensibilizzare un pubblico digiuno di scienza, trattando argomenti che, nonostante siano diffusi nella società attuale, sono assai distanti dal senso comune. Il teatro diventa così un intermediario fondamentale per familiarizzare con concetti complessi e spesso inaccessibili mentre gli attori ricoprono il ruolo di messi per trasmettere il sapere.
Copertina © MoniQue foto – Monica Condini