Demian di Herman Hesse: un daimon contro il bullismo

Herman Hesse, autore di veri e propri classici moderni come Demian (1919), Siddhartha (1922) e il Lupo della Steppa (1927), ha meritato oltre ogni ragionevole dubbio un proprio posto fra gli autori in lingua tedesca più letti e conosciuti al mondo .

Vincitore del premio Nobel nel 1946, Hesse fu per tutta la vita un pacifista schierato apertamente contro la politica militare europea del primo Novecento, in modo particolare contro la Germania guglielmina in cui crebbe. Il forte atteggiamento critico nei confronti della civiltà occidentale e della società borghese ha da sempre spaccato in due gli esperti specializzati.  Se da un lato c’era chi gli etichettava una scrittura kitsch con evidenti limiti artistici (Döblin lo giudicò al pari di “una noiosa limonata”), d’altro canto Thomas Mann (anche lui pacifista e premio Nobel 1929) ne hanno apprezzato i “contenuti indelebili”.Fra il pubblico dei lettori Hesse ottenne invece all’unanimità un successo tale da renderlo un vero e proprio “must-read” adatto al pubblico di tutte le generazioni,  compresa la gioventù americana degli anni sessanta che, affacciatosi all’oriente fra Beatles, hippie e  Vietnam, ritrovò nei suoi libri (Siddhartha su tutti) un modello per la rinascita interiore dell’individuo.

Hermann Hesse

Analizzando Siddhartha già abbiamo parlato della profonda crisi psichica vissuta da Hesse durante la prima guerra mondiale e di come tutte le sue opere siano fortemente autobiografiche. Ripresosi grazie alla psicoanalisi, sotto lo pseudonimo di Emil Sinclair Hesse diede alla luce Demian,  un breve romanzo che gettò le prime basi del pacifismo radicale, argomento portante in tutta la sua Opera.

Come suggerisce il sottotitolo del romanzo, Demian narra la “storia della giovinezza di Emil Sinclair”  verso una maturazione psichica e consapevolezza individuale. In maniera analoga a ciò che sarebbe successo poi negli anni sessanta, i lettori dell’epoca, sopratutto i più giovani, credettero di leggere una sorta di diario (fittizio) di un loro coetaneo – Hesse era in realtà quarantenne-  al ritorno dalla Grande Guerra.

 

Copertina di “Demian”, il capolavoro firmato Hesse

Grazie al successo del romanzo molti ragazzi si immedesimarono nei personaggi del romanzo; chi nel giovane protagonista Emil, chi invece in Demian (nome che rimanda al daimon socracito), amico più grande che si prenderà l’incarico di proteggere Emil e, tra Nietzsche e studi antropologi,  “introdurlo alla vita” fino a quando lo scoppio della guerra non li dividerà.

Tutta la meschinità, l’ipocrisia e le contraddizioni della società occidentale tanto criticata da Hesse vengono incarnati nel nerboruto corpo di Franz Kromer, bulletto adolescenziale perseguitatore di Emil, il quale, dopo varie esperienze di traumatica umiliazione, comprende come bisogna agire contro tali bassezze d’animo: trovare il coraggio di confidarsi con gli amici e aprirsi alla vita.

Fra i tanti pregi il romanzo ha così la responsabilità di essere uno dei primi libri a trattare “ante litteram”  il tema, sfortunatamente attuale, del bullismo, individuandone una causa anche in una educazione troppo severa e rigida nei confronti di quella gioventù (che Horvath avrebbe definito senza Dio) vittima e allo stesso tempo artefice di un disastro bellico senza precedenti.


FONTI
Hermann Hesse, Demian

 

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