Tra i capi intramontabili del guardaroba maschile non può di certo mancare la polo, indumento entrato ormai tra i must have del jet set mondiale grazie alla facile versatilità. Indossata dal Principe Carlo e da Tom Cruise, capo formale e casual adatto a qualsiasi stagione, la polo nasce per celebrare l’eleganza sportiva. Molti, infatti, credono che la polo, come anche il nome può far intendere, debba la sua nascita al celebre gioco inglese. Ma, in realtà, la sua storia si intreccia con quella di un altro grande sport: il tennis. Entrambi, infatti, avevano un proprio abbigliamento caratteristico: per il polo si utilizzavano magliette a manica lunga bianche che si differenziavano per il collo dritto o abbottonato a seconda che il gioco fosse praticato senza o con il cavallo; per il tennis l’abbigliamento prevedeva maglie a manica lunga e, addirittura, la cravatta.
In realtà, la storia del vero inventore della polo è piuttosto controversa: c’è chi attribuisce le prime magliette polo agli americani Fratelli Brooks che, nel 1896, lanciarono la prima camicia button-down, conosciuta anche come polo shirt. D’altra parte non si deve dimenticare il grande giocatore argentino di polo Lewis Lacey che, nel 1923, rivisitò l’uniforme del suo team e mise in vendita le nuove magliette in un negozio a Buenos Aires.
La celebre trasformazione, però, avvenne nel lontano, ma non troppo, 1933 ad opera di un tennista d’eccezione, soprannominato l’Alligatore: René Lacoste. Convinto che “innovare significa rischiare”, partì modificando innanzitutto le maniche, che spesso venivano arrotolate per comodità, e lo scollo. Successivamente optò per un materiale resistente, ma allo stesso tempo leggero: creò, insieme all’esperto André Gillier, il piqué, un cotone particolare che presenta piccoli rilievi. Infine applicò il suo simbolo sulla polo: l’ormai inconfondibile coccodrillo.
Negli anni seguenti, quelle che poi diventeranno grandi case di moda, rielaborarono la polo, imprimendo sul petto il proprio logo. Nel 1952 fu il turno di Fred Perry, anch’egli tennista, che ritiratosi dalla carriera sportiva, disegnò uniformi da tennis e polo, tra cui la celebre shirt con la corona d’alloro. A seguire lo stile elegante e allo stesso tempo casual di Lacoste fu anche Ralph Lifschitz, meglio conosciuto come Ralph Lauren. Negli anni ‘70 esordì con il famoso logo del giocatore di polo impresso sulle polo shirts, che le rendono ancora uniche e, probabilmente, tra le più celebri.
Oggi, senza più distinzione di ceto o professione, la polo si dipinge non solo di colori diversi, ma si caratterizza grazie a stampe che rendono alcune edizioni limitate: la polo Fred Perry si tinge a righe bianche e rosa, mentre il cavallino della Ralph Lauren diventa sempre più grande. C’è poi chi osa di più, come i Fratelli Campana che, nel 2012, hanno rielaborato il logo Lacoste, creando una collezione sushi, dove il coccodrillo si fa spirale, richiamando il cibo giapponese.