#Ihave, la risposta degli uomini a #MeToo

#Ihave – io ho – come a dire anche io l’ho fatto. È la risposta che nessuno si aspettava all’ondata di #MeToo che ha travolto il web. #MeToo nasce in difesa di tutte le attrici di Hollywood che dopo aver raccontato di aver subito molestie sessuali sono state accusate di aver parlato “troppo tardi”. Raccoglie le narrazioni di milioni di voci che sulla rete hanno urlato: è successo anche a me! Dopo il polverone mediatico scatenato dalle star del cinema mondiale, alcune di loro hanno chiesto ai loro aguzzini di uscire allo scoperto e fare ammenda.

La risposta del mondo maschile non ha tardato ad arrivare.

#IHave è un’assunzione di responsabilità che mostra l’altro lato della medaglia. Non è il racconto delle vittime ma la voce dei colpevoli.

#Ihave serve a chiedere scusa per ogni qual volta un uomo ha ferito una donna, l’ha pensata come un oggetto, l’ha fatta sentire inadeguata. Le molestie sessuali non sono più il centro della polemica ma vi è ogni comportamento, anche il più piccolo, che è servito a perpetrare la cultura della disparità di genere. Si sono autodenunciati per atti e pensieri; hanno raccontato la storia della volta in cui “l’hanno picchiata” e del giorno in cui “l’hanno ferita”. Ma anche di quella volta in cui l’hanno desiderata per il suo corpo senza chiedersi chi fosse, senza attribuirle un nome.

Lasciamo che a parlare siano gli uomini stessi attraverso alcune testimonianze raccolte sul Web:

“Quando ero più giovane ho tentato di costringere una donna ad avere un rapporto e per fortuna mi ha respinto. È stata abbastanza coraggiosa da farlo e io le sono grato per questo. Non sono orgoglioso di quanto accaduto, la sua reazione mi ha aiutato a capire quanto il mio modo di pensare fosse sbagliato. Trattare le donne come oggetti danneggia le nostre relazioni e noi stessiutente Twitter

“Ho ferito le donne. Ho violato confini. Ho contribuito alla cultura dello stupro” Utente Facebook

“Ebbene sì, mi è capitato: certo non di usare violenza sessuale nei confronti di una donna, ma di usare una forma di violenza fisica, non grave per fortuna, nel corso di una discussione con lei. Avvenne tempo fa, avevo circa 23 anni, ma mi resi conto che fu un impulso incontrollato e che se fosse stato più violento avrebbe potuto avere conseguenze più serie. Giurai a me stesso che non si sarebbe mai più ripetuto. Violenza mai, nemmeno per gioco”. Utente Facebook

“Mentre lui le insegnava a fare l’amore lei gli insegnava ad amare.”  Fabrizio De Andrè

Vi è una strana dualità tra i due hashtag. Il mondo femminile e maschile paiono scontrarsi, in questo binomio di racconti in cui l’uomo veste i panni del lupo e la donna quelli dell’agnellino. Altro non sono però che due forme della stessa lotta: quella verso l’uguaglianza di genere! I due cori si mescolano in un’unica voce: parti armoniose della stessa melodia.

La via è ancora lunga e faticoso il cammino. Dobbiamo prendere atto della differenza che esiste tra uomo e donna, biologica ed emotiva, e diventare coscienti di quanto sia impossibile e sbagliato ogni tipo di paragone. Iniziare a tutelare uomo e donna nelle loro più profonde differenze. Far diventare la loro naturale complementarietà, fatta di tutte le piccole e grandi diversità, una ricchezza e non più un limite.


FONTI

repubblica

tgcom24

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