È una copertina del TIME a decretare ogni anno chi è stata la persona dell’anno trascorso, colui o colei che più di tutti ha fatto parlare di sé. La scelta comprendeva dieci personaggi tra cui: Donald Trump, il fondatore di Amazon Jeff Bezos ed il presidente cinese Xi Jinping. La rivista ha scelto però di premiare uno dei più grandi movimenti femministi degli ultimi anni.
Il titolo della copertina è “The silence Breakers”, letteralmente “coloro che hanno rotto il silenzio”. Si riferisce all’ondata di massa nata dopo il caso Harvey Weinstein che ha raccolto innumerevoli voci sotto l’hasthag MeToo. Ha spinto le attrici per prime, e poi le donne di tutto il mondo a raccontare la propria storia di violenza. Come se all’improvviso il mondo femminile vomitasse anni di segreti nascosti. Un effetto domino: inizialmente vi era una sola storia a cui si sono unite milioni di voci, fino a far crollare un muro di silenzio. Il colore del movimento è il nero, come il lutto, diventato il simbolo della lotta alle molestie sessuali. Donne e uomini da ogni dove lo hanno indossato, lo hanno condiviso sui social, hanno marchiato le loro bacheche con il simbolo #MeToo in segno di protesta. Una manifestazione silenziosa che si è diffusa a macchia d’olio per il mondo, convincendo ogni paese ad adottare un proprio hashtag sulla falsa riga del primo. E così in Italia è diventato #quellavoltache ed in Francia #balancetonporc.
L’ondata di protesta ha stretto in un cerchio di solidarietà anche tutti gli attori e i registi che hanno partecipato alla settantacinquesima edizione dei golden globe. Il nero e lo stile sommesso hanno dettato la cifra per il dress code degli invitati, che hanno sfilato sul red carpet in total black.
La creatrice dell’hashtag è Tarana Burke. L’attrice già nel 2006 aveva fatto di #Metoo un manifesto, molti anni prima della rivoluzione scatenata dal caso Weinstein. “Ho detto sin dall’inizio che questo non è un momento, è un movimento.” “Io penso che il vero lavoro inizi adesso. L’hashtag è una dichiarazione. Ma ora siamo realmente pronti ad alzarci ed agire”. #MeToo è un invito a raccontare la propria storia, a raccogliere il coraggio e parlare.
L’editore Edward Felsenthal giustifica la scelta parlando del “più rapido movimento sociale che il mondo vede da decenni” alla cui base vi sono gli atti di coraggio individuali di queste donne, eroine.
La copertina è emblematica del movimento. Raccoglie insieme il volto ambrato di Tanara Burke, accanto alla biondissima Taylor Swift e anche alle attrici Rose McGowan e Ashley Judd, tutte in abito nero. Un bouquet eterogeneo di volti femminili dallo sguardo determinato e forte. Donne dal passato differente e dal presente ancora più diverso, accomunate dalla stessa macchia di violenza che ha sporcato le loro storie. Ma ancora di più dalla voglia di essere le porta voci di un movimento che contro quella stessa violenza lotta ogni giorno.
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Un commento su “Il movimento femminista #MeToo è la persona dell’anno”