La Sinagoga di Pinkas e i disegni dei bambini di Terezin

La Sinagoga di Pinkas è un’edificio gotico che presenta lo stile del primo rinascimento e venne edificato dalla famiglia Horowitz e nel dopoguerra venne nominato Memoriale degli ebrei cechi e moravi rimasti vittime dell’Olocausto, per cui oggi fa parte del Museo ebraico di Praga.

Tra gli anni cinquanta e sessanta il Memoriale divenne anche un monumento commemorativo: i pittori Jiří John e Václav Boštík scrissero a mano i nomi delle vittime boeme e morave della persecuzione nazista nel vestibolo, nella galleria e nella navata principale, accompagnate dalla data di morte o dall’anno in cui vennero deportati. Gli artisti e la città di Praga vollero dare un nome a coloro che morirono come numeri e su questi nomi vennero fatti studi per recuperarne l’identità e la storia. Negli anni novanta vennero aggiunti altri 80.000 nomi.

Un disegno fatto dai bambini di Terezin

Nella Sinagoga si trova la mostra permanente de I disegni dei bambini di Terezin del 1942-44. Theresienstadt, a sessanta chilometri da Praga, venne incorporata nel 1938 dalla Germania nazista e divenne un campo di concentramento dove vennero rinchiusi intellettuali, artisti, musicisti ebrei (tra cui anche Esther Adolphine, sorella di Freud). Nel campo furono internati anche molti bambini, all’incirca 10.000 di cui la maggior parte sotto l’età dei quindici anni. All’interno del campo, tra la fatica e la sofferenza, vennero organizzate delle ”lezioni” dagli stessi detenuti che impiegarono i ragazzi. Tra gli insegnanti, l’artista Friedl Dicker-Brandeis fece disegnare i bambini e conservò i quattromila fogli che vennero ritrovati dieci anni dopo la sua morte ad Auschwitz.

Raccolta di poesie dei bambini di Terezin

I disegni oggi smettono di essere tali per divenire testimonianze. Alcune rappresentazioni ritraggono situazioni normali che, come testimoniano gli appunti di Friedl Dicker-Brandeis, sono momenti di evasione che però vengono traditi dalle letture delle poesie che sono pessimistiche verso il futuro.

Se vuoi leggere di un’altra artista legata all’Olocausto qui l’articolo su Charlotte Salomon.



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