Ambiente, moda e latte. Come si coniugano questi elementi apparentemente così lontani? Con DueDiLatte.
DueDiLatte nasce a Pisa dalla passione di due professioniste della moda, Antonella Bellina ed Elisa Volpi. La loro idea sembra innovativa e anche un po’ folle, creare tessuti a partire dal latte, ma non è proprio tutta farina del loro sacco. Infatti, il brevetto per la realizzazione di filati a base di caseina, il n. 348661, venne depositato il 28 agosto 1935. E addirittura il problema di come ottenere in questo modo una lana sintetica era già stato studiato alla fine dell’800.
L’uomo a cui di deve quest’invenzione è il bresciano Antonio Ferretti, che, a partire dal 1924, si dedicò alle ricerche in merito. Quello in cui operò fu un periodo particolare, caratterizzato dalla sovrabbondanza delle quote latte e dall’impossibilità di importare fibre. Si ingegnò quindi con ciò che aveva a disposizione ed elaborò un procedimento replicabile per rendere la caseina un filato insolubile e tingibile. Chiamato prima lanital e poi merinova, questo tessuto suscitò l’interesse di numerose nazioni in quanto si tratta della prima fibra proteica artificiale realizzata su larga scala. La produzione continuò fino al 1968, quando non riuscì più a reggere la concorrenza delle nuove fibre sintetiche ricavate dai derivati del petrolio.
DueDiLatte ha riscoperto questo tessuto molto particolare, completamente naturale e con proprietà idratanti per la pelle, dato che la caseina in esso contenuta rilascia di continuo alcuni amminoacidi. Ovviamente i tempi sono cambiati e non viene più usato il latte puro, ma gli scarti. La caseina è infatti una proteina che si trova ovunque, nel latte scaduto e avariato, certamente, così come negli scarti della produzione casearia, ma anche in quelli dell’industria cosmetica. Grazie alla bio-ingegneria e alle sue tecniche innovative DueDiLatte ha perfezionato il procedimento di Ferretti, riuscendo a creare diversi tipi di tessuti. Si va da Latte Intero, costituito al 100% da latte, a Latte di Riso, realizzato, appunto, con la cellulosa di riso e quindi anche biodegradabile, passando per altri filati di latte misto a fibre vegetali. I capi così realizzati risultano molto leggeri, ma anche anallergici, antibatterici, traspiranti e soprattutto resistenti. Si tratta di una delle ottime soluzioni che stanno emergendo ultimamente sulla problematica del riciclo, sempre più incalzante. Come ha affermato Bellina in un’intervista ad Adnkronos, “Gli scarti sono una risorsa che non manca mai, […] questa oggi è una scelta obbligatoria perché il nostro mondo deve cambiare”.
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