Che epoca il Rinascimento! Le città italiane erano ancora le più ricche d’Europa ed il Bel Paese non era ancora diventato terra di conquista delle potenze straniere.
La religione e l’arte cominciarono a cambiare prospettiva dopo i secoli bui del medioevo, come anche gli uomini di potere. Uno su tutti Lorenzo de Medici, simbolo del XV secolo e signore della città nella quale il Rinascimento raggiunse il suo massimo splendore: Firenze.
Diventato signore de facto dopo la morte del padre Piero nel 1469, politicamente Lorenzo era uno stratega determinato ed abile, il quale credeva fermamente nella logica degli equilibri tra le potenze italiane.
Dopo aver rafforzato i domini fiorentini in Toscana cominciò ad essere percepito come una minaccia soprattutto da papa Sisto IV. Infatti Firenze stava portando avanti una politica di acquisizioni territoriali che non poteva che spaventare lo stato della Chiesa. La congiura dei Pazzi fu sostenuta proprio dallo stato pontificio che voleva sbarazzarsi di questo leader scomodo e terribilmente vicino al suo confine.
Ma Lorenzo riuscì ad avere la meglio sul papa stringendo un’alleanza con Ferdinando di Napoli, che inizialmente si era schierato apertamente con Roma, ma dopo la visita di Lorenzo decise di rinunciare alla sua posizione anti-medicea. Così Sisto IV senza l’appoggio di Napoli fu costretto a desistere.
La diplomazia fu senza dubbio l’abilità che gli permise di ottenere l’epiteto di Magnifico. In quegli anni era l’ago della bilancia in ogni questione tra gli stati italiani, e, a seconda del momento, riusciva a trovare sempre gli alleati giusti.
Sicuramente anche il suo mecenatismo rientrava in una logica di potere, poiché da abile statista sapeva che il peso di una personalità internazionale era dato anche dal suo prestigio. In quegli anni accorsero a Firenze artisti da tutta Europa per avere l’onore di abbellire il dominio Mediceo, inoltre circondandosi di artisti e letterati elevò culturalmente la sua figura.
Probabilmente mai come in quel periodo l’Italia, pur divisa, riuscì ad avere un equilibrio che gli permise quantomeno di resistere alle invasioni di Francia e Spagna.
Quando il Magnifico morì prematuramente nel 1492 all’età di 43 anni rimase un gigantesco vuoto politico. La sua autorità e la capacità di mediare anche con le potenze europee, che rappresentavano la vera minaccia, venne meno, così le signorie e gli staterelli della penisola furono molto più vulnerabili favorendo la discesa di Carlo VIII di Francia.
Lorenzo ebbe il grande merito di mostrare come in Italia l’unione nelle diversità poteva fare la forza. Un concetto che venne ripreso solo secoli più tardi, ma questa è un’altra storia.
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