In Europa e nel mondo Occidentale gli artisti hanno spesso tratto ispirazione dal mondo africano. Nel settore della moda ad essere oggetto di interesse sono stati soprattutto i colori, i tessuti e le fantasie. In realtà però il panorama fashion in Africa è diverso da quello proposto nel nostro continente. È molto facile, infatti, sentir parlare di stile Afro o etnico, ma la moda africana vera è qualcosa di più della nostra idea di “tribale”. I colori e le fantasie rappresentano la pura gioia di vivere, i gioielli che tintinnano ad ogni movimento sono musicalità.
Gli stessi tessuti che vengono utilizzati parlano dell’Africa, come ad esempio il bogolan vegetale, impreziosito da pittogrammi che raccontano la storia di una tribù, il velluto di corteccia, il kente, detto stoffa dei re, tessuto in varie fantasie, oppure anche il wax, lavorazione portata dagli olandesi, ma diventato il tessuto tipico di Giava.
Gli stilisti prettamente africani non sono pochi e alcuni hanno avuto anche un grande successo nei nostri paesi. Purtroppo i loro nomi non vengono fatti molto spesso e quindi anche trovare informazioni su di loro non è semplice.
Chris Seyedou, originario del Mali, è uno di questi. Pioniere nella promozione dello stile africano sulla scena internazionale, durante gli anni ’80 è diventato famoso per l’adattamento di materiali tessili, come il bogolan, alla moda haute couture. All’estero il suo lavoro è stato molto apprezzato, perché i modelli dei suoi abiti erano occidentali, ma l’accostamento a tessuti del suo continente d’origine risultava totalmente inedito. Dopo di lui è stato il turno dell’ivoriano Pathé O, che definisce Seyedou il suo mentore. Pathé ha il merito di aver creato la prima linea prêt-à-porter africana, in cui si mescolavano lo stile street e stampe wax oppure le grafiche senegalesi, nigeriane e ivoriane.
Anche le donne non mancano in questo settore: Oumou Sy è una designer senegalese, nota per aver unito all’alta moda un coinvolgimento sociale ed economico. Con la sua collezione “Made in Africa” realizzata in serie ha creato la possibilità di un consumo locale, non molto dispendioso. Nei suoi abiti troviamo alla base i costumi tipici, ma reinventati con modernità, con un risultato finale che celebra la donna, rendendola affascinante. Un’altra stilista, che vive a Milano ma è nata in Angola, è Susana Traça, che nelle sue calzature unisce il mondo Afro a quello delle scarpe di gusto più europeo, con equilibrio e buon gusto. Col suo ethno-chic composto da geometrismi arricchiti da colori esplosivi è riuscita a sublimare le sue origini.
Lo stile africano che conosciamo rende sicuramente omaggio alla cultura di quel continente, ma la moda nata in Africa è un’altra cosa e si allontana molto dagli stereotipi con cui noi la identifichiamo. Ha una sua identità, una connotazione estetica ed è dotata di un proprio linguaggio capace di mixare la tradizione con l’originalità. Il fatto che il legame con le tradizioni e con la stessa terra di origine continui ad influenzare così prepotentemente lo stile africano nella moda, poi, la rende sicuramente diversa da tutte le altre culture.