Quest’anno è uscita la nuova Porsche 911. Il modello in realtà ricorda molto quella dell’anno scorso. E anche quella dell’anno prima. Ok, forse in realtà sono uguali. Sillogismo aristotelico: nel 2017, non è uscita nessuna nuova Porsche 911. La domanda rimane però: com’è possibile -e anche solo pensabile- mantenere un design praticamente uguale per quasi sessant’anni in un panorama come quello automobilistico che ha come parola chiave quella di evoluzione e innovazione?
Eppure Porsche ci è riuscita, e continua a farlo dal 1963. E per quanto possa sembrare uno spot promozionale, non sono queste le intenzioni, dal momento che si tratta di un complimento meritato: la lungimiranza del design tedesco non ha tardato a farsi sentire, proponendo un modello valido e allo stesso tempo così affidabile da trasmettere emozioni sorprendenti da padre a figlio. Nata a partire dai primi anni Cinquanta come sostituta della ormai datata e poco competitiva Porsche 356, la 911 venne sviluppata con il contributo di Ferdinand Porsche, figlio dell’imprenditore -e fondatore del marchio- Ferdinand “Ferry” Porsche. Se le innovazioni riguardanti le parti relative al motore (che partiva da un 4 cilindri boxer per passare ad un 6 cilindri) furono abbastanza semplici, mantenendo in parte le specifiche tecniche della vecchia 356, non fu così intuitivo pensare alla carrozzeria. Inizialmente infatti si pensava di disporre di una vettura dotata di 4 posti, ma alla fine si decise di ripiegare su un 2+2, indispensabile per mantenere un giusto punto d’incontro tra aspetto sportivo ed elegante. La vettura così ottenuta venne presentata la Salone dell’Automobile di Francoforte del 1963, ricevendo immediatamente giudizi positivi. La produzione iniziò subito dopo, con il modello che ancora si chiamava 901, salvo poi trasformarsi nel leggendario 911 in seguito ad una diffida di Peugeot. Ma i clienti Porsche furono meno entusiasti quando si parlò di prezzi, perché la nuova vettura uscita dagli stabilimenti di Stoccarda aveva un prezzo decisamente elevato: 23.900 marchi tedeschi, una somma notevole per l’epoca. Ma la produzione continuò, allargandosi in varianti e innovazioni.
Ma è proprio questo il colpo di genio: pur innovandosi sistematicamente a livello meccanico ed elettronico, la Porsche 911 manteneva sempre la stessa linea nel corso degli anni, creando così una cerchia di appassionati con un vero e proprio culto per questo esempio di design tedesco a metà tra tradizione e novità. Una vettura che convince, e che forse divide: chi la considera superata, chi la vorrebbe erigere ad icona dell’automobilismo, chi la vorrebbe ma non può permettersela, chi può permettersela ma preferisce comprare un appartamento in centro (e una 500 Abarth). Niente di tutto questo importa.
Una cosa è certa: la produzione di questo misto di eleganza, sobrietà e prestazioni impressionanti (che diventano ancora più sorprendenti nelle versioni “più sportive”) non cesserà fino a quando i cuori di milioni di appassionati continueranno a battere per vederla ruggire sull’asfalto. Alcuni di loro poi vi diranno che è uno dei motivi per i quali aprire di nuovo il portafogli, anche se magari hanno comprato il modello solo l’anno prima. Ma ricordatevi: non azzardatevi a dire che tutte le 911 sono uguali. Non fatelo, per nessun motivo. In caso di morsi, craniate sui denti e linciaggi, io vi ho avvertito.