Il 15 novembre scorso, il mondo ha assistito alla vendita sensazionale del Salvator Mundi di Leonardo da Vinci, l’ultima opera dell’artista toscano che si trovava ancora in mani private.
L’opera era infatti di proprietà di un personaggio russo, che l’aveva precedentemente acquistata per 75 milioni di dollari.
Nell’asta di novembre tenuta da Christie’s a New York, il dipinto è stato venduto per 450,3 milioni di dollari ad un acquirente sconosciuto, tramite acquisto telefonico.
Si tratta del prezzo più alto mai pagato per un oggetto d’arte, che sorpassa i vecchi record di Woman III di Willem De Kooning venduto per 137,5 milioni di dollari e Nafea faa ipoipo di Paul Gauguin, venduto nel 2015 per 300 milioni di dollari.
Il Salvator Mundi è un olio su tavola databile all’ultimo decennio del Quattrocento, quando Leonardo si trovava a Milano, alla corte di Ludovico il Moro.
L’opera riscosse subito grande successo, come confermano le numerose copie immediatamente prodotte quando Leonardo era ancora in vita.
Il capolavoro è stato riconosciuto come autografo solo recentemente, nel 2010, in occasione di una mostra alla National Gallery di Londra. Il direttore del museo aveva infatti chiesto il parere di quattro esperti di Leonardo, i quali, dopo un importante restauro attuato sulla tavola che ne ha riportato alla luce la fattura altissima, hanno unanimemente confermato la matrice leonardesca.
Il mezzobusto di Cristo occupa l’intera tavola.
L’iconografia è quella consolidata del salvatore del mondo: Cristo è visto frontalmente, la sua figura s’impone solida e sicura di fronte allo spettatore; la mano destra è alzata nel gesto della benedizione con il pollice, l’indice e il medio alzati, mentre l’altra mano regge il globo di cristallo, simbolo del suo potere universale.
I lunghi boccoli sembrano essere sottilissimi fili di rame, tratto tipico della mano di Leonardo (cfr. Ritratto di Ginevra De’ Benci e Ritratto di musico), e il volto così delicato, poco mascolino, è un altro tratto distintivo dell’artista (cfr. San Giovanni Battista). Cristo è glabro, privo di barba e baffi, il suo volto è liscio, dolcemente levigato dalla luce morbida che sembra accarezzarlo.
Il suo sguardo punta dritto in quello dello spettatore, ma non è giudicante, quanto comprensivo e leggermente enigmatico, quasi ricorda quello della Gioconda, anche se in questo caso Cristo non sorride, ma ha un’espressione distesa e rilassata.
La veste è di un blu sontuoso, uno dei colori più pregiati e costosi nel Rinascimento, degno di drappeggiare il figlio di Dio.
Se si osservano attentamente la veste, il globo e le mani, e successivamente ci si sposta sul volto, si nota come quest’ultimo risulti leggermente sfocato: è il prodotto dello sfumato leonardesco, tecnica che l’artista utilizza sia sui volti, sia sui paesaggi, a seconda dello scopo.
Sfumando così insistentemente il viso di Cristo, Leonardo intende certamente ammorbidirne i lineamenti per renderlo meno severo, più vicino alla sfera umana; ma in secondo luogo l’artista intende sfumare una parte per far sì che l’attenzione dello spettatore si concentri su un’altra: le mani che benedicono e affermano la sovranità sul globo.
Il Cristo rappresentato è quindi sia benigno, comprensivo dell’uomo che gli sta di fronte, sia un sovrano indiscusso e potente.
Christie’s ha assegnato il Salvator Mundi a un compratore anonimo, che dopo cinquanta rilanci, si è aggiudicato il capolavoro tramite acquisto telefonico durante l’asta durata circa venti minuti.
Secondo il New York Times, l’identità del personaggio misterioso sarebbe quella del principe saudita Bader bin Abdullah bin Mohammed bin Farhan al-Saud, anche se da Christie’s non è arrivata ancora nessuna conferma circa la sua identità.
È stato invece confermato il 6 dicembre, che il Salvator Mundi si trova in esposizione presso il cosiddetto ‘Louvre delle sabbie’, il Louvre di Abu Dhabi, tramite una fotografia apparsa sul loro profilo instagram @louvreabudhabi.
L’opera è stata dunque ricevuta dal nuovo museo, che la esporrà a fianco della Belle Ferronnière, dello stesso artista.
Con questa vendita sensazionale, il Salvator Mundi torna ad essere l’unica opera di Leonardo da Vinci posseduta da un privato.