Non sembra e non a tutti è chiara la differenza tra illustratori e fumettisti. Cosa c’è, allora, dietro l’arte dell’illustrazione e dietro la cosiddetta Nona Arte, cioè il fumetto, a distinguere i tratti dell’una da quelli dell’altra?
L’illustrazione risale all’Antico Egitto che la utilizzava per fini religiosi, basti pensare al superstite Libro dei Morti che racconta la vita dei defunti anche attraverso immagini, usate per rendere più realistico il racconto. La Grecia classica se ne servì per usi scientifici e letterari, come corredo o abbellimento al testo, talvolta svincolata totalmente dallo stesso. Con la nascita della stampa e con tecniche incisorie come la xilografia (utilizzato già nella Cina del VII secolo a.C. per decorare i tessuti!), alle illustrazioni vengono riservate tavole a parte e, contemporaneamente, si affermano piccole vignette inframezzate al testo, che ne risulta meno pesante e più scorrevole.
A confermarne l’importanza, ampio ricorso all’illustrazione va accreditata all’Art Nouveau (soprattutto in campo pubblicitario), che guarda alle stampe giapponesi e alle sue linee sinuose ed eleganti; si può pensare alle donne di Utomaro negli Annali illustrati delle case verdi o ai paesaggi naturali e alla vegetazione rappresentata da Hokusai. Successivamente, le avanguardie, creatrici di locandine generalmente molto semplici ed essenziali, con un numero limitato di colori.
Il fumetto, definito anche Nona Arte unisce, invece, parole ed immagini, poste in sequenza tra loro. Come esempio di letteratura per l’infanzia, il fumetto nasce nel 1895 negli USA, quando al quotidiano della domenica si decide di abbinare un supplemento illustrato per i ragazzi. Nacquero storie e personaggi ancora oggi famosi, come Yellow Kid, Popeye, Felix. In Italia nel 1908 nasce il Corriere dei piccoli, supplemento illustrato per ragazzi, che vanta collaborazioni con grandi maestri del fumetto, come Sergio Tofano che dà vita al Signor Bonaventura.
Da non dimenticare il mondo disneyano di Mickey Mouse e dei suoi amici e nemici. I decenni successivi vedono affermarsi il genere avventuroso, mentre in Italia, nel dopoguerra, ormai diversi settimanali vantano la collaborazione stabile con autori dell’importanza di Pratt e Jacovitti. Gli anni più recenti vedono progressivamente sostituirsi, ai fumetti per ragazzi, i fumetti per adulti. La Nona Arte si apre così ai dilemmi psicoanalitici di Charlie Brown, al noir di Diabolik, fino all’horror di Dylan Dog e ai temi più spinti illustrati da Crepax e Manara. Parallelamente personaggi come Valentina, Diabolik o Corto Maltese trascendono i confini del fumetto per confluire, con l’uso fattone dalla publicità, verso ambiti prima riservati alla sola illustrazione.
Ma queste è un’altra storia…