Esiste un luogo in Africa in cui le persone affette da albinismo vengono ritenute dotate di poteri magici. Ignoranza, povertà e credenze popolari spingono le popolazioni di questo luogo a cedere alle superstizioni e a convincersi che il corpo di questi individui abbia poteri curativi e salvifici. Per questo motivo le persone affette da albinismo vengono considerate alla stregua di talismani e sono prede ambite e preziose.
Per questo motivo vengono aggredite, stuprate, mutilate, uccise.
I loro corpi trasformati in amuleti portafortuna, che conferirebbero onore e gloria a chiunque li possieda, i loro corpi, anche di bambini, violati, nella convinzione che un rapporto sessuale con questi magici individui guarisca dall’AIDS.
Siamo in Africa, in Tanzania, dove il corpo di un albino vale 75 mila dollari, una mano 3 o 4 mila dollari, un arto 600 dollari, e così via. Qui i politici e il ceto alto, e dunque ricco, del Paese portano avanti una barbarie perpetrata ai danni di persone la cui unica colpa consiste nell’essere nati con una mutazione genica, una mancanza o carenza di melanina che ne determina il colore della pelle, dei capelli e degli occhi.
Nel mondo si stima che l’incidenza di tale mutazione sia di una persona su ventimila. Ma in Tanzania, probabilmente a causa della scarsa rimescolanza genetica e dei matrimoni incrociati l’incidenza è più alta: una persona ogni 1400 ne è affetta e una persona su 20 è portatrice del gene che determina l’albinismo.
La situazione si ripete, drammaticamente uguale, spostandosi in Malawi, in Mozambico e in altri stati dell’Africa occidentale e subsahariana, dove il traffico clandestino dei corpi pare inarrestabile e, spesso, aiutato dalle stesse famiglie, che vendono i loro stessi figli o familiari allo scopo di guadagnare, o convinte della fondatezza delle suddette superstizioni.
La situazione drammatica in cui si trovano costretti a vivere non accenna ad essere affrontata dai membri del governo, i quali al contrario, visti gli altri prezzi a cui i corpi vengono venduti, vengono indicati da alcuni come tra i possibili acquirenti dei preziosi talismani.
Esseri magici, sovrannaturali, segni di malaugurio o segni di buon auspicio, capaci di dissolversi nell’aria o nell’acqua. Da neonati vengono esposti al sole cocente nella speranza che scuriscano, ma una volta verificata l’inutilità di tale pratica, il loro destino è spesso segnato.
Nel 2008 la Bcc diffuse un reportage che affrontava la strage silenziosa degli albini in Tanzania. Fu dopo essere venuto a conoscenza di tale realtà che Peter Ash, canadese e affetto da albinismo, decise che non poteva permettere che la situazione continuasse senza che qualcuno intervenisse.
Fondó cosi Under the same sun, un’organizzazione che lotta per difendere i diritti degli albini e promuovere una campagna educativa che coinvolga la cittadinanza. Purtroppo il compito prepostosi non è semplice.
I governi – racconta Ash – inizialmente hanno fatto finta di niente, poi, dopo sei anni di battaglie, siamo riusciti a strappare qualche promessa rimasta ancora inattuata. In Guinea, Tanzania, Costa D’Avorio, Burundi e Suriname la percentuale degli attacchi aumenta in concomitanza alle elezioni politiche, tanto che in questo periodo le persone affette d’albinismo restano segregate in casa più del solito per evitare gli attacchi degli stregoni. Un altro problema è che questa credenza è davvero molto radicata. In alcuni villaggi, per esempio, si crede che gli albini non muoiano, ma spariscano, si dissolvano nel nulla. Una volta un ragazzo albino mi ha detto che temeva di sparire da un giorno all’altro. In realtà la loro sorte è molto meno poetica: vengono rapiti e la maggior parte delle volte sacrificati”
Nel 2013 è stato raggiunto un importante risultato, con l’approvazione di una norma che prevede una severa sanzione per gli stregoni e rivolgendosi ai paesi membri dell’Onu ne chiedeva la collaborazione nella difesa dei diritti umani degli albini. L’azione umanitaria di Peter Ash è giunta fino all’istituzione della giornata mondiale degli albini, nella data del 13 giugno, e ha portato l’attivista davanti a Papa Francesco: mai prima di allora un Papa aveva abbracciato un albino. Un segno importante e di risonanza mondiale, fondamentale per la presa di coscienza di una situazione inaccettabile.
Peter Ash non è però l’unico a muoversi per la salvaguardia delle persone affette da albinismo.
Nel 2008 anche l’allora presidente della tanzania Jakaya Mrisho Kikwete ha finalmente risposto alle denunce e alle proteste portate avanti dalle organizzazioni umanitarie e dalle Nazioni Unite con la nomina di Al-Shymaa Kway-Geer a membro del Parlamento, una donna albina, la prima nella storia della Tanzania a ricoprire un ruolo tanto importante.
Per sfuggire alle persecuzioni inoltre alcuni albini hanno trovato riparo sull’isola Ukerewe, l’isola più grande del lago Vittoria. Denominata “l’isola degli albini”, ospita decine di persone affette da tale mutazione.
“La nostra comunità è composta da un’ottantina di persone di ogni età – racconta un abitante dell’isola – Viviamo in armonia con il resto della popolazione locale. Non siamo ghettizzati come accade nel resto della Tanzania. […] Siamo tutti pescatori, poveri ma dignitosi. Tra noi c’è solidarietà, rispetto e mutuo soccorso”.
Qui le persone in fuga possono trovare riparo, assistenza sanitaria e assistenza legale per la difesa e salvaguardia dei propri diritti di esseri umani, grazie anche al supporto dell’associazione Ukerewe albino society.
Superstizioni, credenze religiose o qualunque altra motivazione vi sia alla base di simili atti di violenza, tutto questo è ingiustificabile. Tali individui non sono magici, non sono maledetti. Sono persone, come tutte le altre, e meritano rispetto.
E’ tempo che le istituzioni agiscano.
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- immagini 4 e 5 – Queste fotografie fanno parte di un servizio fotografico di ©Carl De Souza, fotografo di Getty Images, scattate sul’isola di Ukerewe in occasione della della giornata internazionale dedicata all’albinismo, allo scopo di testimoniare e sensibilizzare sulla situazione degli albini.