La terza stagione di Gomorra La Serie è recentemete stata messa in onda e con questa nuova uscita è riemerso tutto quello che ormai si può definire come “Fenomeno Gomorra”. Si può dire, infatti, che Saviano abbia creato intorno al suo libro d’esordio una vera e propria catena mediatica che ha visto la produzione di un film, di una serie tv composta da più stagioni e di uno spettacolo teatrale. Questa concatenazione di eventi mediatici, però, non deve mai prescindere da ciò da cui il fenomeno è partito, ovvero un libro.
Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra viene pubblicato da Mondadori nel 2006 è ha avuto successo fin dalla prima edizione, tanto che ormai è presente nel mercato editoriale di tutto il mondo. Diventa naturale, quindi, chiedersi quali siano le motivazioni che hanno portato ad un successo così strepitoso e le ragioni che hanno permesso ad uno scrittore ventiseienne alla sua prima pubblicazione di dar vita ad un fenomeno editoriale così grande e virale. La tematica mafiosa non è sicuramente una novità né in Italia né all’estero, ma Saviano ha saputo raccontarla in modo estremamente originale ed è proprio nelle modalità di racconto che si deve ricercare la chiave del successo di questo libro.
Il lettore, già dalla prima pagina, si ritrova inserito in una narrazione in prima persona che racconta i diversi aspetti della vita della criminalità organizzata e le modalità gestionali che la regolano. Tale narrazione, però, risulta quasi fittizia per l’assurdità di alcuni dettagli e per la sensazione di essere completamente immersi nel mondo che viene rappresentato: nonostante si tratti di dinamiche reali, la sensazione è che esse vengano trattate come se non lo fossero.
Questa percezione scaturisce da una contraddizione di base: le tematiche sono reali (da ricordare che la maggior parte del materiale è stato raccolto tramite la consultazione di atti giudiziari) ma l’io narrante è interno alla narrazione, come succede spesso nel mondo prettamente letterario e del romanzo. È proprio la commistione di questi due elementi che permette a Gomorra di situarsi in un genere letterario nuovo e particolare, ovvero il romanzo non fiction.
Saviano stesso si è soffermato sulla questione letteraria riguardo la sua opera dichiarando nell’introduzione alla ristampa del 2016: “L’ho scritto soprattutto con un intento letterario: raccontare la vita attraverso uno stile che mettesse insieme il rigore della realtà e la suggestione della letteratura, il fascino del romanzo; la concretezza del dato e lo slancio della poesia. Desideravo raggiungesse una verità assai più complessa di quella che possono veicolare un saggio, un’inchiesta o un articolo di giornale”. Anche il titolo è un richiamo alla commistione tra mondo reale e mondo letterario: “Gomorra”, infatti, è il nome della città biblica vittima del peccato ma, allo stesso tempo, richiama attraverso l’assonanza il nome del fenomeno criminale campano.
Ci si trova, quindi, davanti ad un’opera letteraria che utilizza il reportage per raccontare, creando così un vero e proprio ibrido editoriale. Saviano ha messo in atto questo esperimento di genere con consapevolezza per poter far immergere il più possibile il lettore nella narrazione e comunicargli i fatti ma anche le emozioni che riguardano il mondo della criminalità organizzata. Questo libro, quindi, non è solo un reportage d’inchiesta sulla camorra ma, come tutti i romanzi, comunica al lettore più livelli di lettura, dalla denuncia all’illustrazione di dinamiche di potere presenti nella società. E ciò è stato possibile solo grazie a questo originale e riuscitissimo esperimento editoriale.
Roberto Saviano, Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra, Milano, Mondadori, 2006.