Gli uomini hanno sempre guardato il cielo. Dall’antichità fino ai giorni nostri, chi non ha mai alzato gli occhi sulla volta notturna scorgendovi le stelle e la luna splendere su un manto nero? Lo spettacolo delle stelle è unico e osservando quello stesso cielo i nostri predecessori hanno raggruppato quelle stelle e quei corpi celesti in costellazioni, scorgendovi in loro dei disegni, riconoscendovi le proprie divinità e i propri eroi.
Miti e leggende popolano il cielo degli antichi. I primi furono i babilonesi a guardare il cielo riempiendolo di creature mitologiche e usandolo per interpretare il futuro; dopodiché il testimone passò agli egizi. Queste tradizioni astronomiche furono poi importate dai greci, che le assimilarono trasformandole secondo le loro tradizioni.
Ma vediamo un po’ quali miti si nascondono dietro le principali costellazioni che osserviamo in cielo, in particolare quelle dello Zodiaco:
ARIETE: Nel mito greco, questa costellazione rappresenterebbe l’animale che Hermes incaricò per portare Elle e Frisso, figli del re di Tessaglia, nella lontana Colchide, per salvarli dalla loro malvagia matrigna. Elle cadde però durante la traversata in quello che venne ricordato poi come Ellesponto (lo stretto dei Dardanelli), Frisso invece giunse a destinazione, e lì sacrificò agli dei l’ariete, ricavandone il leggendario Vello d’Oro, in seguito conquistato da Giasone e gli Argonauti.
TORO: Questa costellazione sembra poter essere ricondotta a molti miti diversi: può trattarsi infatti di uno dei travestimenti che Zeus utilizzò per conquistare Europa, oppure la trasformazione di Io in toro che sempre Zeus attuò per salvare la fanciulla dall’ira di Era, o ancora il Minotauro, il mostro del labirinto di Creta dal mito di Teseo e Arianna.
GEMELLI: Per la mitologia greca sono i gemelli figli di Zeus Castore e Polluce, i Dioscuri, nati dalla relazione del loro padre con la regina di Sparta Leda. Furono molto amati a Roma, tanto che i romani li adottarono, identificandoli però con i loro leggendari fondatori Romolo e Remo.
CANCRO e CAPRICORNO: Queste due costellazioni erano particolarmente importanti presso gli antichi: in esse infatti cadeva il sole durante i solstizi. Il Cancro rappresentava il percorso del sole che raggiunto il punto più alto, inverte il suo cammino. Il Capricorno invece, oltre alla rinascita del ciclo solare, raffigura la capra Amaltea che allattò Zeus o il dio del selvaggio Pan.
LEONE: La costellazione impersonava il leone di Nemea, dalla pelle invulnerabile e con zanne e artigli duri come il metallo: Ercole lo uccise durante una delle sue 12 fatiche, stordendolo prima con una mazza e poi strangolandolo a mani nude.
VERGINE: Per i greci essa può rappresentare Astrea, figlia di Zeus e di Temi, dea della giustizia: essa governava il mondo con saggezza fino a quando gli uomini divennero così intrattabili che, disgustata, ella si rifugiò nel cielo. In altri casi la Vergine è invece associata a Persefone: la costellazione infatti appariva nei mesi primaverili, quando la dea usciva dal regno dei morti.
BILANCIA: Questa costellazione nasce in epoca romana, in Egitto, in onore di Giulio Cesare: essa rappresenterebbe il simbolo dell’equità, poiché uno degli equinozi (quello d’autunno) anticamente cadeva in questa costellazione.
SCORPIONE: Per i greci, questa costellazione rappresenterebbe l’animale inviato da Apollo contro Orione per punirlo a causa dell’affetto nutrito dal cacciatore per la dea Artemide, sua sorella. Secondo un’altra versione del mito invece, sarebbe stata invece Artemide stessa a uccidere Orione con una freccia. Alla sua morte, il cacciatore fu trasformato anch’esso in una costellazione.
SAGGITARIO: Nella mitologia greca esso rappresenta Chirone, tutore di eroi come Achille, Giasone ed Ercole: fu proprio quest’ultimo a ucciderlo, colpendolo per errore con una freccia durante lo scontro con l’Idra. Dopodiché Zeus lo portò in cielo, fra le stelle, a ricordo eterno della sua saggezza.
ACQUARIO: Questa costellazione corrisponde invece a Ganimede, bellissimo fanciullo che Zeus, trasformato in aquila, rapì, portandolo sull’Olimpo: lì divenne il coppiere degli dei.
PESCI: Quando Gea, adirata con gli dei per avere sconfitto i suoi figli, mandò contro di loro il mostro Tifone, generato con il Tartaro, Afrodite e il suo figlioletto Eros si rifugiarono in un canneto nei pressi di un fiume: lì, due pesci li aiutarono nella traversata, trasportandoli sui loro dorsi e salvandoli. Allora la dea decise di premiarli ponendoli in cielo a ricordo dell’impresa compiuta.
Anche oggi noi guardiamo il cielo ancora riconoscendo quelle stesse figure mitologiche e leggendarie tra le stelle. Non lo facciamo forse con lo stesso spirito degli antichi, ma l’emozione che ci regala è la stessa. Purtroppo il cielo che vediamo noi non è lo stesso dei nostri predecessori: l’inquinamento luminoso della nostra epoca, rende le stelle meno splendenti, meno visibili, e l’intera bellezza del cielo stellato ci è preclusa.
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