Negozi e giorni festivi, aprire o non aprire? Questo è il problema. Un’annosa questione, certamente complessa, che ritorna prepotentemente al centro del dibattito con l’avvicinarsi del Natale. I sindacati sono decisamente contrari all’apertura degli esercizi commerciali il 25 Dicembre così come durante le altre festività e si oppongono a questa linea di puro consumismo che non rispetta i lavoratori e il loro diritto a passare le feste con i propri cari. “I negozi non rientrano nei pubblici servizi, si vede necessaria una nuova disciplina delle aperture che contempli chiusure obbligatorie e che ridia dignità e diritti ai lavoratori del commercio“ dice la deputata Patrizia Maestri del PD e anche per Luigi di Maio del M5S: “Tutte le famiglie hanno diritto al riposo. Anche quelle che posseggono o gestiscono esercizi commerciali”. I commercianti sono di tutt’altro avviso, considerano ingiusto non avere il diritto di disporre liberamente della propria attività e non poter lavorare nei giorni in cui l’incasso è certamente superiore alla media. Già approvata alla Camera dei Deputati all’unanimità, ora al Senato è al vaglio una proposta di possibile compromesso che prevede l’individuazione di 12 principali festività e l’obbligo di accordarsi per la chiusura dei negozi per almeno 6 giornate di questo lotto.
L’apertura nei giorni festivi è certamente favorevole per i consumatori, in quanto offre loro la possibilità di fare acquisti nel proprio tempo libero, una comodità significativa che assicura una grande affluenza di consumatori, a vantaggio dei produttori che ricavano un maggiore introito. Tendenzialmente le grandi imprese non faticano a tenere aperti gli esercizi commerciali, potendo contare, infatti, su una gran numero di personale (sperando in un sistema di turnazione di buon senso e significativi compensi). Per il piccolo commerciante, invece, è più problematico perché spesso non può servirsi di turni tra i dipendenti ma richiede un grande sacrificio e un impegno continuativo, magari anche senza extra nel salario per non perdere sul guadagno, ed è proprio per questo che a volte le condizioni di lavoro si avvicinano a quelle di vero e proprio sfruttamento. Eppure i piccoli commercianti sono costretti a tener conto della competizione con le grandi imprese, in particolare da quando, con il decreto Salva Italia, in vigore dall’inizio del 2012, è stata introdotta la piena liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi.
La situazione è delicata, forse La proposta a prima firma Dell’Orco, in attesa di approvazione al Senato, potrà essere il primo passo verso la soluzione ottimale.
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