Ha tagliato i capelli e trovato il coraggio di affrontare da sola la scrittura dei propri brani. Il 17 novembre è tornata Charlotte Gainsbourg, con Rest, il suo nuovo album, che arriva a distanza di 8 anni dal precedente lavoro in studio.
Figlia d’arte, il padre era Serge Gainsbourg e la madre Jane Birkin, Charlotte è conosciuta ai più come attrice, famosa per i ruoli piuttosto forti che è solita interpretare, soprattutto a fianco del regista Lars Von Trier. Non tutti però sanno che Charlotte Gainsbourg, parallelamente alla carriera cinematografica, ha intrapreso fin da giovanissima la carriera di cantante, esordendo accanto al padre nel 1984 con la canzone Lemon incest, seguita da un primo album da solista, Charlotte for Ever, nel 1986.
Il nuovo disco mantiene i tratti distintivi dei precedenti, con la voce della Gainsbourg che arriva come un sussurro esasperato dai riverberi e la tipica alternanza tra inglese e francese. Questa volta però l’artista ha coinvolto nel progetto una serie di nomi illustri, soprattutto nelle fasi di produzione artistica. Distintivo è in questo senso l’intervento di Guy-Manuel de Homem-Christo dei Daft Punk, che ha contribuito al sound elettronico e ai beat decisi di Deadly Valentine e al loop un po’ alienante di Rest, tra i primi singoli estratti dal disco. Altro nome ad arricchire la squadra è inoltre quello di Paul McCartney, che ha scritto e arrangiato la musica di Songbird in a cage.
E’ molto forte il legame con il passato, con i ricordi d’infanzia e con la morte. Quella del padre, che viene celebrato in Lying with you e quella della sorellastra, Kate Barry, cui sono dedicate Kate e Les oxalis.
In Rest, la canzone che dà il nome all’album, la stessa scelta del titolo rappresenta una sottile operazione linguistica. La parola, che in inglese significa “riposo”, spesso accostata al campo semantico della morte (i.g. Rest in peace), nel testo della canzone non viene mai utilizzata. Viene invece utilizzata la parola francese “reste”, pronunciata allo stesso modo, ma con il significato di “rimani”. Riposa e rimani. L’assenza della morte e allo stesso tempo la presenza del ricordo.
Contrapposizioni inaspettate
L’intero album è segnato dalle contrapposizioni, accostamenti inaspettati e a tratti paradossali che contribuiscono a dare al progetto un’aurea inquietante e surreale, che trae ispirazione, come la stessa Gainsbourg ha dichiarato, da film come Shining e Psycho. Così Deadly Valentine, che assomiglia al titolo di un film horror, racconta in realtà la storia di un amore eterno e ripete in modo compulsivo e quasi sconnesso la frase di rito pronunciata durante i matrimoni. Al contrario, Ring-a-ring O’ Roses, titolo tratto da una filastrocca per bambini, si presenta tutt’altro che infantile e allegra, con un testo quasi ansimato e una crescente tensione che si mantiene per tutto il brano. Ulteriore esempio di accostamenti bizzarri è infine Les oxalis, il cui testo racconta una visita sulla tomba della sorellastra, ma la cui musica si avvicina più al sound disco.
Il risultato finale è un’opera intensa ed elegante, non banale. Un disco che ha molte cose da dire, da ascoltare più volte con attenzione per apprezzare riferimenti e contrapposizioni, ma emotivamente impattante anche se semplicemente ascoltato di sfuggita.
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