Il Met Gala, ricevimento organizzato con lo scopo di finanziare le attività dell’Art Costume Institute, è senza dubbio uno degli eventi più famosi e importanti di New York.
L’evento è conosciuto soprattutto per il red carpet. Su di esso, un fiume di vip sfila indossando stravaganti abiti in linea con il tema scelto dagli organizzatori che ogni anno celebra la mostra che il Met ospiterà in seguito. Il ricavato della raccolta fondi è solitamente abbondante, per esempio nel 2013 e nel 2014 sono stati raccolti rispettivamente 9 milioni e 12 milioni di dollari in una notte! Per questo motivo e per la risonanza mediatica che ogni anno scatena, il Met Gala si è guadagnato i soprannomi di “il bancomat del Met” e “gli Oscar della East Coast”. In più, come succede per tutti gli eventi più glam, deve assolutamente rientrare nelle agende di tutti i vip più famosi che, in caso di mancato invito, possono provvedere comprando un biglietto alla modica cifra che va dai 30mila ai 275mila euro.
Da chi e in che anno fu creato il Met Gala?
La prima edizione del Met Gala si tenne nel 1948 per volere di Eleanor Lambert, socialite e filantropa ma soprattutto prima direttrice dell’ufficio stampa del Whitney Museum of American Art. La Lambert riuscì a mettere in piedi il Met Gala sfruttando il desiderio di partecipare ad attività di beneficienza dei personaggi più ricchi di New York.
L’entrata in scena di una nuova presidentessa
Nel 1995 le redini passano (anzi, vengono prese) ad Anna Wintour, regina indiscussa del fashion system che in quegli anni iniziava ad avere un grandissimo successo come direttrice di Vogue America. Da allora gli ospiti, i temi della mostra e l’organizzazione vengono decisi e stabiliti da lei. Grazie alla Wintour, il successo del gala è cresciuto in impennata, diventando ufficialmente, dagli anni 2000, un avvenimento irrinunciabile (possiamo considerarlo come il Super Bowl della moda!).
“Se non ci sei non esisti. E se non esisti non vendi” è infatti una delle regole ferree di marketing dell’evento: vietato non esserci. La presenza all’evento porta alla ribalta e al successo. La mancata partecipazione invece pregiudica fortemente la notorietà, ed è per questo che star e designer fanno di tutto per esserci. Le case di moda, in particolare, si assicurano un posto nella vetrina del Met Gala vestendo le star in passerella con le proprie creazioni, a volte create appositamente per il tema dell’anno. Ma anche la notorietà ha un prezzo, e anche molto salato: le maison non sono presenti fisicamente all’evento e quindi non pagano il biglietto di entrata, ma pagano le star per indossare gli abiti.
Parlando di temi…
Alcuni dei temi scelti più famosi sono stati “La Belle Epoque” del 1982-83, “Schiapparelli and Prada: Impossible Conversations” del 2012, “Gianni Versace” nel 1997-1998, il discusso “Manus x Machina” del 2016 e “Rei Kawakubo/Comme des Garçons: Art of the In-Between” del 2017. Quest’ultimo ha avuto un’importanza rilevante in quanto Rei Kawakubo è stata la prima designer vivente, dopo Yves Saint Laurent nel 1983, ad essere soggetto di una mostra del Met.
Il gala è rimasto pressoché uguale dal 1971: un tema per il red carpet in linea con il soggetto della mostra e un personaggio importante o famoso a dirigere la serata iniziale.
Gli outfit stravaganti e controcorrente sono all’ordine del giorno e sono difficili da dimenticare. Le star che si divertono di più ad “agitare le acque” con i propri look sono Lady Gaga, Madonna, Katy Perry e Rihanna. Non trascurabile il “vestito frittata” griffato Guo Pei Couture di quest’ultima indossato per il Met Gala del 2015 a tema “China: Through the Looking Glass”, che ha fatto proliferare meme virali in rete.
Non dimentichiamo poi la mise di Madonna nel 2013 che, per rispettare il tema “Punk: Chaos to Couture”, decise di presentarsi con degli shorts esageratamente corti, calze a rete bucate e catene qua e là.
Per la prossima edizione è stato comunicato, nei primi di novembre, che a dirigere l’organizzazione del Met Gala 2018 sarà proprio Rihanna, affiancata da Amal Clooney e Donatella Versace, e che il tema sarà “Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination“, «corpi celesti: moda e immaginazione cattolica». La mostra sarà presentata in una “trinità” di location: l’Anna Wintour Costume Center, la galleria medeviale al MET della Fifth Avenue, e nei MET Cloisters a Manhattan. Tratterà quindi gli abiti e i designer che si sono ispirati alla religione e agli oggetti sacri.
Ogni anno l’evento è un susseguirsi di abiti iconici e meravigliosi alternati a statement dress; non tutti rispettano il dress code, ma è proprio questo il bello: ancora una volta la Wintour ha lanciato una bella sfida ai propri ospiti.