Si sa, ormai in televisione, come in radio e anche sui nuovi media, la fantasia per la creazione di nuove pubblicità si sta sbizzarrendo sempre più. Basti pensare alle recentissime pubblicità del prodotto “Buondì Motta”, politicamente scorrette e che hanno fatto esplodere moltissime critiche.
Però, per temi delicati che molto spesso si cercano di promuovere in televisione, come la raccolta fondi per le malattie, è sempre difficile trovare le parole giuste che riescano a colpire il pubblico.
Se si pensasse al prototipo di queste pubblicità difficilmente penseremmo ad uno stile ironico e politicamente scorretto, ma da un anno a questa parte c’è stata una famosa eccezione.
Si tratta della ormai famosa campagna per la raccolta fondi contro la Sma il cui volto è diventato uno dei comici italiani più famosi, Checco Zalone.
Dopo tutti i successi che ha avuto, tra cui 4 film che sono stati re di incassi, non poteva essere difficile per Checco con la sua comicità far riscuotere un successo così ampio a questa campagna lanciata da “Famiglie Sma”, associazione che si impegna nella ricerca per le cure di questa malattia.
Ma cosa è la Sma? Il nome completo è atrofia muscolare spinale e si tratta di una malattia che colpisce il sistema nervoso provocando così l’interruzione dei segnali diretti ai muscoli. Questa malattia si manifesta solamente se i genitori del il feto sono portatori sani della malattia e quindi possiedono entrambi una mutazione del gene interessato.
La campagna con il volto di Checco Zalone è iniziata lo scorso anno con una prima pubblicità.
Veste i panni del vicino di casa di un ragazzo affetto da questa malattia, Mirko Toller. Mirko ha 14 anni e viene dal Trentino e ha dichiarato di non essersi mai divertito così tanto come quando era sul set con Zalone.
Lo spot inizia con un discorso fatto da Checco che, con la sua naturale comicità, dice che da quando il ragazzo si è trasferito nel palazzo ha dovuto rinunciare a molte cose, come dormire quando Mirko gioca ai videogames fino a tardi o come scendere le scale velocemente quando è di fretta, nel caso in cui ci sia Mirko che sta scendendo rimanendo sulla sua sedia e bloccando il passaggio.
Ma la cosa a cui Checco non può rinunciare è il fatto che il ragazzo gli stia rubando il posto dell’auto e così Checco decide di donare i fondi per questa ricerca in modo che Mirko un giorno potrà guarire e così gli farà vedere lui chi comanda.
Sicuramente questo è stato uno spot unico nel suo genere, che fa divertire e anche riflettere e molto probabilmente è stato per questo che i risultati ci sono stati, e anche tanti. Sono stati raccolti quasi 250 mila euro grazie al successo mediatico ottenuto.
A fine settembre è uscito un secondo video il cui hashtag promozionale è #facciamolotutti.
Checco è sempre protagonista di questo video insieme sempre a Mirko e ad altri bambini colpiti da questa malattia. Il comico si propone per pagare da solo l’intera cifra per sostenere la ricerca, ma dopo che uno dei due bambini protagonisti dice che ammonta all’incirca a 5 milioni di euro, Checco lo interrompe prontamente dicendo che è meglio se la donazione viene fatta da tutte le persone. Da qui nasce l’hashtag promozionale della campagna.
Anche questo secondo spot sta avendo ampio successo e questo può far capire come alle volte anche pubblicità politicamente scorrette possano centrare subito l’obiettivo che si erano promesse di raggiungere.
Inoltre questo è forse unico poiché non cerca di vendere al consumatore un prodotto qualsiasi: qui si cerca di aiutare la ricerca, si parla di un argomento molto delicato in cui paradossalmente c’è pochissimo da scherzare. Eppure il pubblico ha apprezzato e i risultati si sono visti.
Far sorridere è uno dei modi più efficaci per catturare l’attenzione di coloro che guardano.