Sin dalla sua inaugurazione nel 2014, il Mudec (il Museo delle Culture) si è sempre distinto per il suo polo espositivo permanente che traccia il percorso di ricerca, recupero e collezione delle raccolte etnografiche e antropologiche del Comune di Milano. Per questo il Comune ha deciso di rinnovare la possibilità ai suoi cittadini e turisti di visitare la collezione gratuitamente fino al prossimo 31 dicembre.
La collezione permanente è concepita come un racconto espositivo che mostra la costruzione del vasto e variegato patrimonio antropologico giunto fino a noi.
Il percorso inizia con la sala denominata “Camera delle Meraviglie”, che presenta al pubblico un’ampia selezione della collezione del Canonico Manfredo Settala (1600-1680) che per tutto il XVII secolo si concentrò nel recupero di una considerevole quantità di reperti antropologici. La raccolta presenta due categorie, naturalia e artificialia, la prima contiene i reperti del mondo animale e vegetale, mentre nella seconda si possono ammirare dei manufatti frutto della creazione dell’uomo che, tramite l’utilizzo di materiale animale o vegetale sono stati tramutati in oggetti artistici. Tutti i pezzi della collezione Settala provengono da luoghi che per l’epoca erano inarrivabili come l’Africa Subsahariana, l’India, la Cina e le Americhe.
Il percorso continua nella sala che presenta l’originaria raccolta di Paleontologia ed Etnografia fondata nel 1858 dal Museo Civico di Storia Naturale, dove vi sono ubicati oggetti che furono rinvenuti durante le esplorazioni e missioni di ordini religiosi; queste spedizioni permisero la nascita delle discipline che studiano ancora oggi l’uomo dal punto di vista comportamentale e sociale. Un ulteriore aiuto nella crescita delle scienze antropologiche è visibile nell’ala dedicata al Periodo Coloniale dove si trova una raccolta di oggetti raccolti da Giuseppe Vigoni, senatore del Regno d’Italia e sindaco di Milano. Il periodo storico di questa collezione, nel pieno del regime fascista, ci aiuta a capire che i manufatti raccolti da Vigoni non avevano in principio uno scopo scientifico, ma più che altro erano considerati come trofei coloniali, nonostante ciò essi ebbero modo di far conoscere culture che erano poco conosciute e che sarebbero potute presto essere dimenticate.
A metà dell’Ottocento una morìa di bachi da seta in Occidente spinse i commercianti verso il lontano Oriente alla ricerca del prezioso baco per la produzione del pregiato tessuto; i risultati di queste imprese portarono alla creazione di una collezione piuttosto varia e ampia di oggetti e manufatti “dell’esotico” Oriente.
La sala che ospita gli oggetti d’arte cinese e giapponese mostra ai visitatori kimoni, maschere da teatro, scatole da calligrafia, porcellane dipinte e bronzi finemente cesellati.
La sala finale si apre con il video che racconta del periodo della Seconda Guerra Mondiale, in particolare dei bombardamenti sulla città di Milano iniziati nel 1943; nel 1940 i vari reperti antropologici recuperati negli anni e confluiti nella collezione esposta al Castello Sforzesco erano stati catalogati e imballati per proteggerli dai possibili danneggiamenti. Con il conseguente armistizio con le Forze Alleate e l’occupazione del nord Italia da parte dei Nazisti, una buona parte della collezione sforzesca andò distrutta, in particolare la raccolta riguardante l’Africa e il Pacifico. Nella sala è comunque possibile osservare le opere superstiti dai bombardamenti come la statua bronzea di Yamantaka di origine tibetana.
Certamente questa occasione offerta dal Comune di Milano è un motivo in più per visitare la Collezione che il Mudec offre al suo pubblico e conoscere meglio questo importante patrimonio meneghino.
MUDEC
Museo delle Culture
Collezione Permanente
INGRESSO GRATUITO FINO AL 31 DICEMBRE 2017
via Tortona 56, CAP 20144 Milano
CREDITS
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