Elio e le storie tese, Eeist, gli Elii: chiamateli come li volete, ma il gruppo nato all’Einstein di Milano tra la seconda metà degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 è ormai diventato una pietra miliare della musica italiana.
10.240 giorni: è la durata della carriera “ufficiale” del gruppo rock milanese, dalla pubblicazione del loro primo disco, Elio samaga hukapan kariyana turu il 6 dicembre 1989, fino al concerto definitivo, che si terrà al Forum di Assago il 19 dicembre di quest’anno. Si tratta di una carriera sfolgorante, fatta di grandi successi e soddisfazioni, ma che dopo quasi trent’anni giunge ad una conclusione.
L’annuncio dello scioglimento della band è stato dato a metà ottobre 2017, durante la trasmissione televisiva Le Iene, e da quel momento i fan sono letteralmente impazziti.
Cosa lasciano in eredità gli Elii? Sicuramente una grande abilità musicale, una tecnica compositoria eccezionale e la consapevolezza che con le note è possibile divertirsi davvero tanto. Non a caso è sempre stata affibbiata loro l’etichetta di gruppo rock-demenziale.
Stefano Belisario, alias Elio, alla voce; Nicola Fasani, alias Faso, al basso; Davide Civaschi, alias Cesareo, alla chitarra elettrica; l’extracomunitario (è svizzero) Christian Meyer alla batteria; Antonello Aguzzi e Sergio Conforti, alias Rocco Tanica, alle tastiere. È questa la formazione che pone fine alla carriera di Elio e le storie tese, dopo la pubblicazione di dieci album e di grandi successi.
Citare le canzoni più famose è impresa ardua e difficile: si passa da Cassonetto differenziato per il frutto del peccato a John Holmes, da Servi della gleba a Uomini col borsello, passando per Shpalman, Fossi figo, Parco Sempione, Dannati forever e Complesso del primo maggio.
Tra i loro traguardi raggiunti sono presenti anche una serie di partecipazioni al Festival di Sanremo: sono da ricordare le edizioni del 1996, con La terra dei cachi, e quella del 2013, con La canzone mononota. In entrambe le occasioni si posizionarono al 2° posto e vinsero il premio della critica “Mia Martini”.
Infine, ricorderemo Elio e le storie tese per alcuni momenti di grande genialità: la performance de La terra dei cachi in soli 55 secondi sul palco dell’Ariston nel 1996, l’esibizione in versione rock dell’aria Largo al factotum, tratta dal Barbiere di Siviglia, nel 2008, e l’idea di vestirsi da nani per la quarta serata del Festival del 2013.
Che dire per concludere? Nell’album Cicciput del 2003 è presente la traccia pseudo-ironica Litfiba tornate insieme. Che sia il caso, ora, al termine di una carriera esaltante e divertente, che il gruppo di Piero Pelù scriva “Elii tornate insieme”?