Perché Jack Frusciante è uscito dal gruppo?

Jack Frusciante è uscito dal gruppo proprio quando i gruppi sono entrati nella Letteratura. Il romanzo d’esordio di Enrico Brizzi esce nel 1994 e il titolo trae spunto da un noto avvenimento che nel 1992 aveva scosso la scena rock contemporanea: John Frusciante, noto chitarrista dei Red Hot Chilli Peppers, abbandona i suoi compagni, il tour, il gruppo proprio nel momento di massimo successo. Nel libro, però, non compare quasi. È citato in un’unica occasione, perché ciò che importa non è chi lui sia, ma cos’ha fatto: si è allontanato dalla consuetudine, dall’abitudine, è uscito da quello che nel libro è chiamato “il cerchio”. Questo è quello che vuole fare anche “il vecchio Alex”, il sedicenne protagonista che vive tutti i turbamenti e la trasformazione sella tardo adolescenza. Brizzi restituisce al lettore un mondo, un realismo, una penetrazione completa della realtà a tal punto che alcuni dei riferimenti, delle citazioni non sono più facilmente intuibili a più di vent’anni dalla pubblicazione. Queste citazioni, in particolar modo, traggono linfa vitale dal panorama musicale. I già citati Red Hot Chilli Peppers sono tra i gruppi che influenzano il protagonista così come i Sex Pistols, i Cure, i Ramones, i Clash, i Dire Straits, i Led Zeppelin. Vi sono meno conosciuti come i Pixies e mostri sacri come i Police e i Beatles. Viene scritta The sunnyside of the street dei Pogues da Alex su un cartellone. Non mancano altri “abbandoni” come quello di Peter Gabriel (dei Genesis). Non mancano riferimenti alla realtà italiana e a Vasco Rossi, ad Elio e le Storie Tese ed Aidi è descritta come “un intero disco di Battisti”. Perché a questo servono le canzoni e gli artisti: a sormontare l’assenza di parole. Brizzi intuisce l’importanza della cultura musicale (e in particolare di quella punk rock negli anni ‘90) all’interno del mondo giovanile. Capisce che questa è componente essenziale, quotidianità, metro di paragone e di raffronto. Nel voler descrivere un universo che pochi sono riusciti a descrivere durante gli anni ‘70 e ‘80 non si può non comunicare attraverso il linguaggio usato dai giovani. Enrico Brizzi lo sa bene perché, nato il 20 Novembre 1974, ha solo vent’anni quando viene pubblicato il libro. È un successo: conta molteplici traduzioni, è finalista del Premio Campiello 1995, vince il Premio Fregene nel 1996, ha una trasposizione filmica nel 1996. Nessuno dei suoi lavori futuri eguaglierà il successo di Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Forse proprio perché c’era esigenza di un romanzo così, forse perché non esisteva qualcosa di simile, forse perché prepotentemente ha inserito nel panorama letterario quello musicale andando a fondere due realtà imprescindibile per una gioventù che non sa comunicare da sola, che ha bisogno di supporto per uscire dal “cerchio”.
Che vuole essere diversa e poi ascolta la stessa musica e parla la stessa lingua.


FONTI

E. Mondello, In principio fu Tondelli, Letteratura, merci, televisione nella narrativa degli anni Novanta (nuova edizione), Il Saggiatore, Milano 2017

E. Mondello, L’età difficile. Immagini di adolescenti nella narrativa italiana contemporanea, Giulio Perrone, Roma 2016.

 

 

 

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