GUCCINI E “L’OSTARIA DELLE DAME”: UN TUFFO ALL’INDIETRO NEGLI ANNI ’80

Francesco Guccini non smette di sorprendere, nemmeno dopo essersi ritirato dalle scene.

Con L’Ostaria delle Dame torniamo alla Bologna casereccia e ospitale degli anni ‘80, una Bologna che non esiste più. Il locale, l’Osteria delle Dame, è stato aperto da Guccini e padre Michele Casati nel 1970 e chiuso nel 1985. Vi si suonava soprattutto folk e rock e sono stati lì registrati i tre concerti presenti in questo album, nei primi anni ‘80.

L’Ostaria delle Dame, disponibile in due versioni (una composta da sei cd, un’altra da due cd), non è un album di inediti, eppure qualcosa di nuovo c’è. Si tratta della genuinità che si respira in questi tre concerti, risalenti al 1982, al 1984 e al 1985. Molti brani sono accompagnati da un’introduzione, in cui Guccini e il suo chitarrista, Juan “Flaco” Biondini, scherzano insieme e interagiscono col pubblico. All’ascoltatore sembra di essere proiettato in via Delle Dame 2, dove si trovava il locale, e di star sorseggiando vino rosso in compagnia degli amici.

Non si tratta delle stesse sensazioni che prova il Maestrone a rientrare, dopo più di quarant’anni, nell’Osteria che ha segnato un passaggio nella sua carriera. La pubblicazione di questo album ha infatti concesso una riapertura del locale, inaugurato da un concerto di Flaco. Il locale è stato riaperto da Andrea Bolognini ed è diventata la sede dell’associazione culturale Osteria delle Dame e la casa della canzone d’autore. In un’intervista, Guccini dichiara:

Quando sono entrato alle Dame mi è venuto in mente tutto, e questo mi ha fregato […].
Riaffiorano i ricordi di tutte le serate passate qui, le sciocchezze che dicevamo, ma soprattutto il ricordo di un’età e di una Bologna che non c’è più.

I brani che troviamo nella raccolta sono dei più disparati. Si trovano canzoni molto vecchie, come Il treno va, che risale ai tempi in cui Guccini era a Modena nel 1957, o Un altro giorno è andato, primo 45 giri del cantautore. Alcune canzoni nella loro versione originale richiedono un’ampia gamma di strumenti, mentre qui sono realizzate solo con due chitarre: solo Guccini e Biondini suonano in questi live. È il caso di Bisanzio, che in questa versione regala emozioni più viscerali e meno raffinate. Altre, invece, sono state concepite per essere suonate con la chitarra, come Canzone dei Dodici Mesi e Canzone di notte n.2.

La registrazione live e i simpatici commenti che introducono i brani annullano la distanza temporale e spaziale tra i fan di oggi e il Guccini di ieri. Anche se non esistono più quelle persone che hanno accompagnato Guccini negli anni ‘80, anche se Bologna ora è un’altra realtà, rimangono delle persone che guardano in modo nostalgico a quei tempi. Per quelle persone, la raccolta L’Ostaria delle Dame è un toccasana, un salto indietro in tempi che magari nemmeno hanno conosciuto, come nel nostro caso.

Questa raccolta non è l’unica novità che Guccini ha presentato ultimamente. Ricordiamo che è uscito il suo ultimo libro, Tempo da elfi, ambientato in una comunità hippy dell’appennino tosco-emiliano. Il giallo, come molti altri usciti negli scorsi anni – ricordiamo, ad esempio, Macaronì e Questo sangue che impasta la terra – è un lavoro a quattro mani con Loriano Macchiavelli. Tra le attività di Guccini c’è infatti anche quella di scrittore, che ha sostituito quella musicale negli ultimi anni:

Una volta suonavo molto di più la chitarra. Ora è dall’ultimo disco che non la tocco più.

 


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